Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia
Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)
Sesto giorno per giorno
5 settembre 1944 – Fucilazione di don Eligio Bortolotti
Con l’avanzare degli alleati da Firenze verso Sesto per tutto il mese di agosto del 1944, i tedeschi si ritirarono sulle prime alture di monte Morello. A Querceto giunse un nuovo Comando che inasprì da subito i rapporti con la popolazione locale: furti e soprusi erano all’ordine del giorno. La situazione al primo di settembre, da un punto di vista bellico era ancora molto fluida perché, dopo una fugace apparizione in centro a Sesto, americani e inglesi avevano fatto ritorno a Firenze. Le mitragliatrici e i cannoni tedeschi rispettivamente da Le Cappelle e da Carmignanello respingevano l’avanzata degli alleati, producevano morti fra la popolazione e potevano essere predittivi di un rientro in città con le relative conseguenze.
La mattina del 4 settembre 1944 i tedeschi però avevano abbandonato questo proposito. L’ordine tassativo era quello di ritirarsi sulla linea gotica. Proprio queste intenzioni fanno apparire completamente insensato l’efferato delitto che andarono a perpetrare nelle loro ultime ore sestesi. In mattinata si presentarono alla chiesa di Santa Maria e San Jacopo a Querceto nell’intento di parlare con don Eligio Bortolotti, forse per chiedergli di recare conforto a due soldati feriti.
Il parroco in quel momento era impegnato nella visita a una malata grave, ma, appena venuto a conoscenza della richiesta, si presentò spontaneamente al Comando tedesco che si trovava presso la villa del signor Zappalà. Il Parroco era originario della val di Fiemme e parlava correntemente il tedesco. Già altre volte aveva fatto da tramite tra gli invasori e la popolazione locale. Non si sa di cosa, i soldati del Reich, lo incolpassero, ma sta di fatto che verso le 4 del pomeriggio fu condotto a Villa Daddi, in prossimità di Baroncoli. Da questo momento le notizie che abbiamo di lui sono meno certe. Probabilmente il parroco a quel punto era già consapevole del proprio destino se è vero che due donne (ma qualcuno parlò anche di un mugnaio) lo avrebbero sentito sussurrare poche ma significative parole mentre era costretto a seguire i soldati tedeschi il triste corteo
Andiamo alla fucilazione, andiamo alla fucilazione
Giunti a villa Daddi i tedeschi costrinsero un parrocchiano a scavare una fossa vicino al torrente. Cosa sia successo durante la notte è impossibile stabilirlo. Si è parlato di sevizie e torture, ma tutta la vicenda, come ricorda Pinucccio Demarcos nel suo Padre Eligio Bortolotti dalla parte di…, è basata più sul si dice che su verità storiche provate. Una cosa è certa: i civili della zona furono allontanati e presumibilmente nella mattinata del 5, padre Eligio fu portato alla fossa e fucilato.
Fu ritrovato solo il 10 di settembre. Il funerale avvenne il giorno successivo. La salma fu trasportata al cimitero comunale di Sesto e tumulata nella cappella privata della famiglia Biondi.
I lupi lo sbranarono, mentre nella piana di Sesto suonavano le campane a festa per la liberazione ottenuta, Dal fossato di villa Daddi a Baroncoli, luogo del suo martirio, scenda ancora il frutto del suo sangue a Querceto, sopra Sesto, su mondo e ottenga da Dio pace eterna (monsignore Andrea Cassulo)
Daniele Niccoli