6 luglio 1942 – Gli ebrei e la bonifica della Piana di Sesto

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

6 luglio 1942 – Gli ebrei e la bonifica della piana di Sesto

Correva l’anno XX dell’era fascista. Ce lo ricordano le date del Corriere della Sera e de La Stampa che il 6 luglio 1942 riportano con le stesse parole la notizia del precettamento di un gruppo di ebrei per i lavori di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino:

In ottemperanza alle disposizioni ministeriali recentemente emanate è stato precettato nella provincia di Firenze il primo gruppo di appartenenti alla razza ebraica, che è stato destinato all’opera di bonifica della Piana di Sesto Fiorentino

Il provvedimento era la diretta conseguenza dell’inasprimento della politica antisemita che il regime aveva inaugurato nel 1938. Ebrei maschi compresi fra i 15 e i 55 anni furono indirizzati al lavoro coatto presso il Consorzio di Bonifica di Sesto. Inizialmente sarebbero stati 23 ma poi il numero sarebbe salito fino a 33.
Da un articolo di Daniele Vergari del consorzio di Bonifica 3 si deduce anche un’altra notizia misconosciuta: l’attività consortile fra il 1942 e il 1943 includeva la realizzazione di un campo di prigionia presso la fattoria di Maccione all’Osmannoro. Il campo fu effettivamente ultimato nel 1943 ma non entrò mai in funzione e, dopo il passaggio del fronte, fu smantellato.
Dal “listino paga degli israeliti” si ricava che il periodo di costrizione al lavoro sarebbe durato fino al novembre 1943. La nuova realtà non significò certo un miglioramento delle condizioni di queste persone perché il loro “licenziamento” corrispose a un’ulteriore stretta di vite contro gli appartenenti alla religione ebraica. Molti di loro, infatti, furono arrestati e deportati nei campi di concentramento in Germania.
All’inizio di marzo del 1944 dal binario 16 della Stazione di Santa Maria Novella partì un treno che condusse più di mille cittadini fiorentini fino ai campi di concentramento. Almeno trecentoundici di essi erano ebrei. Solo quindici di loro tornarono indietro. Nessuno dei ventisette bambini.

Da questa stazione, rinchiusi in carri piombati, l’8 marzo 1944 furono deportati nei campi di sterminio oltre mille cittadini arrestati in città e in provincia dai nazi-fascisti. Santa Maria Novella fu la loro ultima visione di Firenze prima dell’Olocausto

Un ruolo di primo piano nella persecuzione degli ebrei fiorentini ebbe l’Ufficio Affari Ebraici diretto dallo spietato Giovanni Martelloni che, processato e amnistiato alla fine della guerra, non fece neanche un giorno di galera.

Nella planimetria del consorzio di bonifica durante il periodo fascista oltre che i noti torrenti, Termine, Zambra, Rimaggio e Gavine, anche altri misconosciuti come la Gora di Sesto e il Bulimacco di cui abbiamo già avuto modo di parlare.

Daniele Niccoli

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