Meno di una settimana alle elezioni regionali. Maurizio Quercioli, candidato per Toscana a Sinistra (a favore di Tommaso Fattori) nel collegio Firenze 4 (Piana) torna a parlare del progetto di realizzazione della nuova pista aeroportuale.
“Pista dell’aeroporto, inceneritore, inquinamento. È su questi temi che negli scorsi anni ci siamo battuti – e abbiamo vinto! – nel nostro territorio. I cittadini della Piana fiorentina hanno votato a maggioranza degli amministratori che contrastassero i progetti di queste grandi infrastrutture, per cercare di limitare i danni su un territorio GIA’ PESANTEMENTE COMPROMESSO. Sì, perché gli studi che via via si sono susseguiti negli anni, presentati dalle istituzioni, portati avanti dai gruppi di medici locali preoccupati per i loro pazienti, divulgati dai comitati di cittadini dicono la stessa cosa da almeno 20 anni.
La Piana fiorentina è già pesantemente compromessa per livello di inquinamento e relativo impatto sulla salute degli abitanti, e senza bisogno di nuove infrastrutture!!!!! In barba alle dichiarazioni, anche recenti, di Susanna Ceccardi e di Eugenio Giani.
Nei primi anni 2000 la Vis (Valutazione Impatto Sanitario) presentava una mappa dell’area con macchie allarmanti di eccessive concentrazioni di leucemie, tumori al polmone, linfomi non Hotgkin soprattutto lungo le grandi direttrici del traffico automobilistico e nell’area presso l’inceneritore di San Donnino, già chiuso per gli altissimi livelli di diossina . Quell’impianto che, ci teniamo a ricordarlo, oggi viene additato come esempio negativo del “vecchio” contrapposto alle nuove tecnologie impiantistiche “moderne” e dunque più evolute e meno inquinanti. Eppure anche quello negli anni ’80, non il medio evo, era esempio del nuovo, del moderno, e secondo gli amministratori l’unica cosa che avrebbe emesso sarebbe stato “vapore acqueo”, parole testuali.
Altri studi e proteste si sono susseguiti. Nel 2005 una sottoscrizione no inceneritore di 100 medici. Dieci anni dopo, i medici a protestare erano triplicati.
Nel 2016 anno un documento sottoscritto da 272 medici della Provincia affermava che “Il termovalorizzatore è “una scelta pericolosa per la salute dei cittadini. Nella Piana fiorentina non mancano le fonti di inquinamento e le criticità ambientali e bisognerebbe puntare verso il miglioramento della qualità dell’aria e verso la riduzione della pressione ambientale; invece, coi nuovi insediamenti in progetto, in primis soprattutto l’inceneritore di Firenze autorizzato ad emettere ogni ora 170.000 N/m3 di fumi tossici, e la nuova pista dell’aeroporto di Peretola, questa non potrà che peggiorare ulteriormente”.
Nello stesso anno il settimanale Bisenziosette ha riportato i dati di una ricerca che confermava l’allarme: le aree di Campi Bisenzio, Signa, Lastra e Calenzano riportavano livelli di tumori e altre patologie possibilmente legate all’inquinamento più alte che nella famigerata Terra dei fuochi campana. Lo studio che comparava l’andamento nei sei anni precedenti di nove patologie (tumori, ipotiroidismo, ipertiroidismo, diabete, tiroiditi di Haschimoto, asma, nati prematuri, Alzheimer, Parkinson) confermava nei nostri Comuni livelli più alti di Acerra e Frattamaggiore, dove era presente un inceneritore.
Intanto l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) nel suo rapporto aggiornato pubblicava una mappa interattiva con i dati delle stazioni di rilevamento per Pm10 e Pm2,5 in circa 3.000 fra città e Paesi. In Italia soltanto l’hinterland Milanese risultava a più alto rischio per la salute delle persone rispetto alla nostra zona.
E dunque continuiamo a ribadire: la Piana ha già un problema di troppo inquinamento, troppe infrastrutture, troppi pericoli per la salute di chi ci vive. Volerla riempire di più non è un gesto miope: i dati ci sono, è un gesto deliberatamente e consapevolmente dannoso fatto per difendere i soliti interessi definendoli “sviluppo”.
Ma quale sviluppo può passare sopra la vita delle persone? Noi pretendiamo lo stop definitivo a ogni progetto di incremento infrastrutturale; non solo, ma anche il sistema dei trasporti e dei collegamenti nella piana deve essere rivisto a favore di scelte meno inquinanti, di una rete di tranvia e ferrovia che disincentivi l’uso dell’auto, del ritorno a un commercio e una socialità che non ruoti attorno alla necessità dell’auto.
Il nostro territorio ha bisogno di essere curato e alleggerito, non appesantito con l’ultima tombale grande opera. La scelta di Giani e della Ceccardi appare ancora una volta fuori dalla Storia“.