Cava della Cassiana, D’Elia (FdI): “Situazione pericolosa e non trasparente”

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D'Elia - Fratelli d'Italia

Il 29 settembre scorso il Consiglio Comunale di Calenzano ha approvato la valutazione d’impatto ambientale (VIA) per per l’escavazione e il recupero della cava di Poggio alle Macine a La Cassiana. Americo D’Elia, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, torna ad esprimersi su questa situazione, da lui definita “pericolosa e non trasparente”.

 

Ad inizio ottobre, dove aver visionato gli atti della VIA approvata dal consiglio Comunale di Calenzano per la riapertura della Cava la Cassiana, inviai una relazione ai Senatori del Gruppo di Fratelli d’Italia per chiedere una verifica sul progetto e sulla presenza di alcune società presenti nel consorzio la Cassiana.

 

Con atto n. 3-02036
Pubblicato il 28 ottobre 2020, nella seduta n. 269 del Senato della Repubblica.
I senatori di fratelli D’Italia La Pietra, Nastri – hanno presentato un’interrogazione Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e della salute. –
Premesso che:
il 29 settembre 2020 il Consiglio comunale di Calenzano (Firenze) ha approvato la valutazione d’impatto ambientale per l’escavazione e il recupero della cava di Poggio alle Macine nella località “La Cassiana”;

 

in un comunicato stampa pubblicato sul sito istituzionale del Comune, il progetto è presentato come un’opera in grado di generare una forte riduzione dei volumi di scavo, pari al 75 per cento e il ripristino ambientale del sito estrattivo, allo scopo di ridurre le differenze di livello nel vecchio versante della cava, dismessa dal 1988;
gli interroganti evidenziano alcuni elementi di complessità: si tratta infatti di un progetto in itinere da lungo tempo e portato avanti a più riprese, che oggi è soggetto ad una nuova fase di rilancio che, tuttavia, presenta ancora numerose ed evidenti criticità sia sul piano della trasparenza e chiara identificazione degli operatori coinvolti che per i profili di rischio per la salute e compatibilità con la sicurezza ambientale;
l’area in cui ricade il sito estrattivo di Poggio alle Macine rientra all’interno del SIC (sito d’interesse comunitario) n. IT5140006 n. 40, che ricomprende il territorio dei monti della Calvana;

 

il progetto di escavazione è finalizzato alla produzione di inerti: si tratta di un’attività estrattiva che si inserisce nelle previsioni del piano regionale delle attività estrattive (PRAE) della Regione Toscana e che è pertanto destinata al soddisfacimento dei fabbisogni dei predetti materiali prevalentemente sul mercato locale, ma anche per la fornitura necessaria alla realizzazione della terza corsia della A1 nel tratto Firenze nord-Firenze sud;
la previsione del PRAE, la successiva variante del piano regolatore generale di adeguamento al PRAE ed il piano attuativo approvato prevedono la coltivazione in un sito che è già stato oggetto di attività estrattiva nel passato;

 

la coltivazione fu interrotta nel 1988 a seguito del mancato rinnovo dell’autorizzazione all’escavazione, ed il vecchio fronte di cava presenta un versante molto acclive ed instabile;
il consorzio estrattivo tentò la riapertura nel 2004 quando aveva ricevuto un diniego alla VIA prima dalla Giunta comunale e successivamente anche dal TAR di Firenze, che bocciò il ricorso del polo estrattivo, definendolo un progetto non compatibile con l’ambiente;
considerato che:
da visura camerale, risulta che il consorzio estrattivo “La Cassiana” con sede legale a Sesto Fiorentino, in via Giuseppe Verga 27, fu costituito nel maggio 1999 ed attualmente è composto da 7 consorziati che hanno diritto di proprietà: tuttavia, la configurazione della compagine sociale e vari passaggi di proprietà di alcune aziende del consorzio rendono confuso il quadro rispetto a chi sia effettivamente è il proprietario e controllore del consorzio;

 

la sintesi non tecnica proposta dal consorzio estrattivo La Cassiana, che rappresentava il progetto definitivo per la coltivazione e il recupero del sito estrattivo ubicato in località Poggio alle Macine, nella parte relativa all’analisi degli impatti, riporta un ampio paragrafo descrittivo dei rischi per la salute, nonché dei rischi per la sicurezza;
con riferimento ai rischi per la salute, si legge che “l’attività di cava può provocare rischi per la salute della manodopera impiegata ma anche della popolazione che abita nell’area di influenza. I rischi per la salute concernono, per la manodopera aziendale, le patologie connesse al tipo di lavoro svolto (tra le principali in questo caso danni da ipoacusia essendo da escludere la presenza di materiali asbestoidi); per tutta la popolazione residente nell’area di influenza, le patologie connesse all’incremento del tasso di inquinamento ambientale dovuto alle emissioni di polveri e di inquinanti nell’aria o nell’acqua durante i processi di escavazione, trasformazione e trasporto”;
ancora, altro paragrafo è riservato ai rischi di contaminazione dell’aria, ed evidenzia come “il processo industriale estrattivo produce delle fonti di emissione che possono contaminare l’aria e l’atmosfera. Le emissioni connesse all’attività di minaggio, di movimentazione e trasporto, di frantumazione e di stoccaggio possono provocare fenomeni di inquinamento da polveri e gas di varia natura. La stima qualitativa e quantitativa delle emissioni è assai problematica nella fase preliminare del SIA”,
si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo siano conoscenza dei fatti e delle circostanze descritti, e in particolare se non ritengano, ciascuno compatibilmente con le proprie competenze, di avviare un’indagine conoscitiva per verificare la trasparenza dell’operazione e la compatibilità ambientale del progetto.

 

Conclude D’Elia: ” La situazione oltre ad essere pericolosa sul lato ambientale non è trasparente nella composizione del consorzio dove compaiono società fiduciarie. Sarà interessato anche il Prefetto di Firenze per la verifica di tali società“.

 

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