Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
13 dicembre 1895 – Muore Yorick figlio di Yorick
Dal Settecento a oggi Firenze ha visto nascere più duecento quotidiani. Alcuni hanno avuto vita brevissima, altri hanno dimostrato maggiore longevità come ad esempio La Nazione che si trova ancora in edicola a più di centocinquanta anni dalla fondazione. Questa vivacità “editoriale” e indicativa dell’innata necessità dei fiorentini di comunicare e di polemizzare.
Nella seconda metà dell’Ottocento le pagine dei giornali fiorentini si riempirono degli articoli di tre famosi giornalisti. Il primo, Carlo Lorenzini, in arte Collodi, scrisse per numerose testate e fondò anche un giornale satirico, Il Lampione, che ebbe vita breve a causa della censura.
Il secondo, Giulio Piccini, in arte Jarro, oltre che essere intimo di Gabriele D’Annunzio, scrisse per La Nazione una serie di otto articoli sulle condizioni di vita nei quartieri più poveri di Firenze e in particolare del ghetto ebraico.
Il terzo, Pietro Coccoluto Ferrigni, fu forse il più stravagante a partire dal nome d’arte: Yorick figlio di Yorick in onore delle opere di Laurence Sterne, un eccentrico scrittore inglese del Settecento. Ferrigni fu il primo vero cronista moderno. In un periodo in cui i giornali riportavano solo i dispacci d’agenzia, lui fu il primo a voler incontrare i personaggi o essere testimone dei fatti. Fu anche critico teatrale e non disdegnò la composizione di versi volutamente stravaganti:
Quando talor frattanto,
forse, sebben così;
giammai piuttosto alquanto
come perché bensì;
Ecco repente altronde,
quasi eziandio perciò,
anzi, altresì laonde
purtroppo invan però!
Ma se per fin mediante,
quantunque attesoché,
ahi! sempre, nonostante,
conciossiacosaché!
L’amico pittore Vittorio Matteo Corcos lo ritrasse davanti ad una casa tinta di giallo su cui si legge una quartina ironica riferita al protagonista:
Se l’uomo del dipinto qui al naturale
non è giovin, grazioso, e alto, e snello,
se ne accusi il pennello:
non ci ha colpa, per Dio, l’originale.
Daniele Niccoli
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