Sport, ballo, teatro e ping pong: c’era una volta la Polisportiva Sestese

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Entrata giardino La lUcciola di sesto fiorentino
Foto tratta dalla pagina Facebook "Movimento di liberazione della Lucciola"

Sesto Fiorentino è una città ricca di centri di aggregazione in cui i cittadini, da sempre, amano incontrarsi e confrontarsi. Case del Popolo, parrocchie, circoli ricreativi popolano il nostro territorio ormai da decenni.

Fra questi spazi, uno in particolare è stato per anni il naturale ritrovo della gioventù sestese.

Nacque subito dopo la Seconda Guerra Mondiale proprio con quell’obiettivo e infatti fu inizialmente chiamato Fronte della Gioventù.

Sorse nel vecchio edificio di piazza IV novembre che, fino all’avvento del fascismo, era stato proprietà dei Solerti o Gobbi come più comunemente erano conosciuti a Sesto.

Con il fresco giardino annesso (La Lucciola) divenne ben presto luogo di ritrovo per i giovani che, dopo tante sofferenze e rinunce, avevano voglia di divertirsi.

Tra una partita a carte, uno spettacolo teatrale, un concerto e qualche animata discussione politica, a farla da padrone era – e non poteva essere altrimenti – lo sport. Ciclismo, calcio, ma non solo. Era la sede ideale per le società sportive e così la palazzina divenne la Polisportiva Sestese, nome che campeggia ancora sulla facciata dell’edificio abbandonato.

Di questo e altro abbiamo parlato con due storici dirigenti: Tiziano Campostrini, vice presidente ai tempi della presidenza di Ilvo Barducci, e Gino Pacciani, segretario e tesoriere.

“La Polisportiva riprese l’attività nel 1945. Il primo presidente fu Ciro Del Grazia, futuro sindaco di Sesto. Dopo la Liberazione, il Comune offrì il locale alle società sportive“, esordisce Pacciani.

Calcio, pallavolo/atletica, Uisp e ciclismo pagavano un affitto simbolico di una liraL’attività sportiva era proprio quello ci differenziava dagli altri circoli della città.  Il nostro compito era più faticoso perché dovevamo portare avanti sia l’amministrazione del circolo che la gestione delle società”, aggiunge .

Com’era composta la società?
Cinque consiglieri formavano il consiglio della società e lavoravano di comune accordo”, spiega Pacciani.

La pallavolo negli anni ’50 faceva la parte del leone. Cosa ci potete raccontare?
“Abbiamo ospitato anche la nazionale americana“, dice, con un certo orgoglio, Pacciani.

La pallavolo all’epoca era molto seguita perché la squadra di Sesto era formata da soli cittadini sestesi ed era tra le più forti d’Italia. La sfida con gli “americani”, avvenuta il 30 agosto 1953 e quindi in piena Guerra Fredda, si caricò di un forte significato ideologico e fu seguita da molti sestesi.

Anzi, come ci ha riferito in esclusiva Giuliano Giachetti, storico schiacciatore della squadra vicecampione d’Italia del 1957, i concittadini che assistettero alla sfida erano così numerosi che nel giardino della Lucciola “non cascava un chicco di panìco da quante ce n’erano”, 

Quando avete cominciato a dare attività alla Polisportiva?
Sono entrato in Polisportiva nel 1956 o 1957 perché ero un casinista. Per evitare che continuassi a fare casino, i miei genitori mi fecero entrare lì (ride, ndr)”, scherza Gino Pacciani.

Anche io ho iniziato a metà degli anni cinquanta, dopo vent’anni di servizio militare. Dopo la guerra, noi giovani avevamo bisogno di divertirci senza paura e senza limitazioni. Eravamo stati per troppi anni nell’oscurantismo. Quasi tutti, in un modo o nell’altro, finivamo alla Polisportiva. Eravamo generosi nel dare, avevamo voglia di fare. Ora non è più così”, dice Tiziano Campostrini.

Come in ogni circolo che si rispetti, anche alla Polisportiva si parlava di politica:
La maggioranza dei frequentatori era comunista, ma c’erano anche democristiani, socialisti e socialdemocratici come per esempio Vinicio Tarli a cui qualche anno fa è stato intitolato il palazzetto dello sport.Le idee politiche però venivano messe da parte quando si trattava di gestire le società sportive”, spiegano in coro Pacciani e Campostrini.

Sport, politica, ma non solo. La Lucciola ha ospitato anche veglioni, concerti e spettacoli teatrali.
Nel corso degli anni le soddisfazioni sono state tante. Nel nostro giardino– afferma entusiasta Campostrini – sono venuti tutti i più grandi cantanti degli anni ’50 e ‘60. Tutti concordavano con il fatto che il nostro giardino fosse il più grande e bello della zona. Tra gli altri abbiamo avuto Modugno e Morandi (altre testimonianze ci parlano anche di Johnny Dorelli).

Foto tratta dalla pagina Facebook di Sesto com’era

Nella sala del ping pong (poi diventata pizzeria, ndr) c’era un bambino che giocava, io feci: ‘Oh, quello lì?’ E’ Morandi, stasera canta, mi risposero. Era l’inizio  degli anni sessanta“. A proposito del cantante di Monghidoro, Pacciani aggiunge sorridendo: “Praticamente era un bambino e il Rimorini (allenatore della Pallavolo Sestese, ndr) gli disse di non fare troppa confusione e di non buttare all’aria le seggiole”. 

Avevamo anche il teatro. Sono state rappresentate opere liriche, spettacoli teatrali e tante opere in vernacolo fiorentino nel grande palcoscenico, Venivano proiettati anche film”, sostiene Campostrini.

Foto tratta dalla pagina Facebook di Sesto com’era

Campostrini, durante la sua lunga esperienza alla Polisportiva, si è occupato anche dell’organizzazione delle serate danzanti.
Ballavamo solo il sabato. L’orchestra era formata da cinque elementi. Ci costava cinque milioni di lire (a stagione).

Foto tratta dalla pagina Facebook di Sesto com’era

Durante una di quelle serate ebbi l’onore di annunciare la vittoria della Sestese Calcio nella Coppa Italia dilettanti.
Purtroppo, ad un certo punto, entrammo in rotta di collisione con il vicinato. Ci furono lamentele per il rumore e l’attività danzante fu interrotta”.

Non è un caso che Campostrini ci ricordi la storica vittoria del sodalizio rossoblù. Per lungo tempo ne è stato vicepresidente e il club lo ha festeggiato in occasione del novantesimo compleanno, il 1° aprile 2018:
Sono nato lo stesso giorno di Antognoni“, si vanta.

I soldi non erano tanti, ma nemmeno pochi per l’epoca, come venivano gestiti?
Di comune accordo, adottammo lo statuto dell’Arci. L’utile in parte veniva diviso tra le quattro società sportive, in parte andava al circolo. 
Il lavoro era tutto volontario. Per tanti anni la Lucciola è stata un punto di riferimento importante per i sestesi“, dice orgoglioso, e con un tono di malinconia, Pacciani.

Foto gentilmente concessa da Giovanni Ceccherini

Secondo Pacciani però da parte della politica sestese non ci sarebbe stata la giusta attenzione nei confronti dell’attività di volontariato.
“L’affitto dei locali ad un certo punto aumentò in maniera spropositata (di 12 mila euro secondo Pacciani). La gestione si fece sempre più difficile. I giovani frequentatori degli ultimi periodi non ci aiutarono. Si rifiutavano di fare servizio di volontariato e, anzi, alcuni di loro causarono danni ingenti alle strutture. Alla fine fummo costretti alla chiusura”. Era il 2012

Foto gentilmente concessa da Giovanni Ceccherini

Il 2 aprile sono stati presentati i lavori di ristrutturazione della Polisportiva. Campostrini e Pacciani che futuro vedono per la struttura di piazza IV Novembre?
Un punto di aggregazione con persone serie e capaci che siano in grado di gestire con oculatezza questa grande risorsa“, dice il primo.

Più amaro il secondo: “Ero all’incontro pubblico nel palazzo comunale. Mi è sembrato di assistere al racconto della vecchia storia del prosciutto di Maino: buone intenzioni, ma i fatti?
L’unica certezza è che l’associazione Il Melograno svolgerà le sue attività al primo piano.
Gli spazi però dovranno essere pagati e per le società sportive, povere di fondi, penso che sarà molto difficile trovare spazio. Certo l’Amministrazione deve pretendere che la struttura venga tenuta bene, ma non si può pensare di ricavarne dei soldi“.

STEFANO NICCOLI

 

 

 

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