“La parola all’avvocato”: condono, rottamazione e pace fiscale

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Nuovo appuntamento con la rubrica “La parola all’avvocato” curata dagli avvocati Elisa Baldocci, Maria Serena PrimigalliMarco Baldinotti.

Gli articoli saranno pubblicati settimanalmente. I lettori potranno porre domande che ritengano di comune interesse scrivendo alla mail del nostro giornale: [email protected]

Gentile avvocato, ho sentito che da parte del Governo ci sarebbe l’idea di condonare tutti i debiti che noi cittadini abbiamo con lo Stato, attraverso un condono fiscale. Parlando con alcuni colleghi ho saputo che sarà possibile anche dichiarare quello che non si è dichiarato in passato, senza conseguenze. Potrebbe spiegare meglio in cosa consiste?
“Caro lettore, la ringrazio della domanda, anche perché ci permette di mettere ordine in un tema assai dibattuto in questo periodo. Sono state dette e scritte tante cose, molte opinioni, anche fuorvianti rispetto alla reale portata della norma.

Il Decreto Legge n.119/2018 ha introdotto la c.d. Rottamazione Ter, che costituisce una delle misure di punta del decreto. Con questo strumento, simile alle precedenti rottamazioni, ma più esteso, sarà possibile sanare tutti gli affidamenti effettuati dal 1° Gennaio 2000 al 31 Dicembre 2017. Occorre prestare attenzione ad un primo aspetto: ciò che è importante non è la data di notifica della cartella, che può essere anche del 2018, ma la data in cui è stata materialmente invita all’agente di riscossione.

All’interno della rottamazione – Ter sono incluse tutti debiti con l’erario, ad eccezione delle somme derivanti dal recupero degli aiuti di Stato; crediti da condanna della Corte dei Conti e sanzioni di carattere penale.

Il vantaggio che ne deriva è molto consistente: infatti, il contribuente si vedrà azzerato sanzioni ed interessi di mora. E non solo. Infatti, la tempistica dei pagamenti è molto più ampia delle precedenti edizioni: inizialmente erano state previste 10 rate ripartite in 5 anni. Ma la commissione Finanze del Senato ha già approvato, ieri, l’emendamento del M5s che prevede rate meno ‘pesanti’ per chi aderisce alla rottamazione ter. Ciò consente il pagamento di importi più bassi aumentando da 10 a 18il numero complessivo delle rate, con le scadenze che passano da 2 a 4 l’anno dal 2020. Nel 2019 si pagheranno quindi 2 rate ciascuna del 10% dell’importo (il 31 luglio e il 30 novembre). Poi ci saranno altre 16 rate, con 4 appuntamenti l’anno, il 28 febbraio, il 31 maggio, il 31 luglio e il 30 novembre. Rimane immutata la possibilità di pagare tutto in una sola soluzione,  ad un tasso di interesse ridotto, nella misura del 2% annuo a partire dal 1° Agosto 2019.

L’adesione dovrà essere presentata entro e non oltre il giorno 30 Aprile 2019. Chi aveva già aderito alle precedenti rottamazioni dovrà però stare attento: per chi ha aderito alla prima rottamazione ed è decaduto pe mancato pagamento, non ha alcuna preclusione. Chi, invece, ha aderito alla “rottamazione-bis”, può aderire nel solo casoin cui risultino integralmente saldate, entro il 7 dicembre 2018, tutte le rate in scadenza nei mesi di luglio, settembre e ottobre 2018. Chi non si metterà in regola non potrà aderire.

Si ricorda, inoltre, che il sistema cancellerà in automatico le c.d. mini cartelle, cioè quelle che alla data del 31 Dicembre, presentato dei debiti residui fino a 1000 euro, relativi ai carichi dal 2000 al 2010, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni.

Purtroppo o per fortuna, sparisce dall’orizzonte delle misure prima accennate e poi ritirate, la possibilità di una dichiarazione integrativa molto vantaggiosa, e di portata assai ampia. Il nuovo emendamento omnibus contiene una norma che andrebbe a cambiare e sostituire completamente l’articolo 9 del Decreto Fiscale eliminando di fatto il condono fiscale e introducendo la sola sanatoria per gli errori formali. D’altra parte viene fissata una data limite per la sanatoria degli errori. Questa coinciderebbe con il 24 ottobre 2018, data di entrata in vigore del Decreto Fiscale. Gli errori formali potranno essere sanati, secondo quanto recita l’emendamento, con il versamento di 200 euro per ogni anno di imposta a cui si riferiscono. D’altra parte, il pagamento di quanto dovuto all’Erario potrà essere fatto, al massimo, in sole due rate. Una al 31 maggio 2019 e una al 2 marzo 2020.

Questo è ciò che si apprende in queste ore. Eventuali modifiche saranno note da Lunedì 26 Novembre. Come sempre, consiglio di farsi seguire da professionisti e patronati”.

Avv. MARCO BALDINOTTI

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