L’analisi: “Falchi col vento in poppa, ma è più lontano dalla sinistra più rossa”

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Lorenzo Falchi ed Enrico Solito

Lorenzo Falchi è stato confermato sindaco di Sesto Fiorentino. Il primo cittadino ha conquistato oltre il 70% dei consensi. Di seguito pubblichiamo l’analisi di Dario Baldi, ex giornalista di Calciopiù, Il Reporter, Tele Iride e Lady Radio, da qualche mese nello staff de “La Zanzara”, la trasmissione in onda su Radio 24 condotta da Giuseppe Cruciani.

Dario-Baldi
Dario Baldi

Falchi vola con il vento in poppa, tutto secondo pronostico. Supera le aspettative numeriche il sindaco Falchi che viene rieletto come primo cittadino di Sesto Fiorentino per i prossimi cinque anni. 15.209 voti che testimoniano il lavoro fatto in questi mesi, ma che lo lanciano più lontano da quella galassia legato al mondo della sinistra più rossa. 

Sesto Fiorentino, infatti, si è dimostrata la solita Sestograd con una destra ridotta al minimo e che colleziona pochi consiglieri, ma che è destinata ad essere contesa a livello politico. L’urna ha mostrato un Partito Democratico come prima lista assoluta ma che perde voti sia rispetto alle regionali (7.600 con il 69% dei votanti ndr) e alle scorse comunali quando furono 6252.

Il PD sestese, che ha virato le proprie idee locali per allinearsi alla linea falchiana, torna in sella come prima forza, ma in cambio di un posto al sole ha rinunciato alle sue posizioni più naturali ovvero quelle a fianco di Italia Viva

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Toccafondi, dopo una campagna alla rincorsa, conferma il dato delle regionali per il partito di Renzi e, facendo una semplice somma algebrica, il dato PD più Italia Viva, ovvero la forza di centrosinistra di governo, toccherebbe oltre il 33%.

La grande vincitrice nella coalizione è la lista Per Sesto che, dopo una campagna fatta sul territorio e contenuti social alla portata di tutti, si dimostra il secondo partito sestese vedendo vicino il PD ma dando oltre dieci punti a Sinistra Italiana.

Damiano Sforzi e Camilla Sanquerin, ma anche Aurelio Stera, hanno collezionato in tre 942 preferenze, tanto che solo loro tre sarebbero la terza lista in città. Per Sesto nella corsa agli assessorati ha sicuramente il coltello dalla parte del manico, anche più dello stesso Partito Democratico.

Dando per assodato e confermato il posto di Claudia Pecchioli come vice Falchi, la lista guidata dal vicesindaco uscente può pretendere, anche perché contano oltre duemila voti in più rispetto agli sconfitti della coalizione ovvero Sinistra Italiana. Quella che è stata la casa politica del sindaco Falchi, infatti, perde voti rispetto all’ultima tornata ma si conferma una forza molto giovane che è destinata a lasciare il segno in consiglio.

Certo è che, rispetto agli ultimi cinque anni, la maggioranza è bulgara ma nelle logiche di consiglio il sindaco Falchi dovrà essere ago della bilancia tra i desideri del Partito Democratico e la forza di Per Sesto che inserisce ben sette consiglieri. Ecolò c’è e elegge un rappresentante, buon risultato per una lista alla prima esperienza elettorale.

Dando uno sguardo agli avversari, si dissolve il Movimento 5 Stelle che, in linea con il dato nazionale, totalizza con Policastro poco sopra il 2,5% e sparisce dal consiglio. Si scioglie come neve al sole anche il blocco lasciato in dote da Quercioli con Daniele Lorini che termina con il 2,64% e lascia fuori dalla politica che conta il blocco Rifondazione/Potere al Popolo. Non pervenuta ItalExit (0,61% ndr), il Movimento 3V invece prende 356 voti raccogliendo più di cento elettori rispetto al dato regionale.

Sul centrodestra occorre invece fare una analisi ben più profonda. Daniele Brunori, nonostante la buona volontà, è stato indicato come candidato con il solito ritardo del centrodestra, ma non è stato neanche supportato dai partiti dalla sua coalizione.

Tralasciando l’apporto di Salvini, per la prima volta a Sesto, Brunori ha pagato il pessimo dato di Lega e Fratelli d’Italia che sì, entrano in consiglio dopo anni di battaglie esterne, ma che hanno avuto una fuoriuscita di voti rispetto all’ultimo rilevamento regionale. La Lega prese 3006 voti, Fratelli d’Italia 2039 mentre in questa tornata sommando i voti di entrambi i partiti non si arriva neanche a 2700 voti.

Scompare dal consiglio Forza Italia, floppano i Popolari di Manola Aiazzi, una debacle complessiva che consegna alla destra una piccola rappresentanza di consiglio. Ecco, forse questa sarà la base su cui iniziare a ricostruire l’elettorato visto che è mancata come sempre classe dirigenti e candidati forti e con un nome spendibile.

La colpa sarà data, da questa mattina, sicuramente a Brunori ma qualcuno nelle stanze che contano a livello regionale qualche domanda dovrà farsela.

Lo avevamo detto e scritto: le elezioni a Sesto non davano entusiasmo tranne che ai fedayn falchiani, il 57% di affluenza lo dimostra. Un dato così basso non lo si registrava dal referendum sulle trivelle, non il massimo del coinvolgimento.

Adesso, chi non ha votato non avrà da lamentarsi, ma non è tutto oro quel che luccica. Nei prossimi cinque anni, il Partito Democratico dovrà riflettere molto al suo interno poichè nel nome del “noi governiamo a Sesto” ha preferito andare a braccetto con quelli a cui hanno fatto opposizione piuttosto che dialogare con le forze del Governo Draghi.

Una vittoria dal sapore amaro in Piazza Ginori (che non ammetteranno mai ndr), mentre il sole splenderà su Per Sesto che costringe il sindaco Falchi a guardare più alla sua civica che al partito che fino a poco fa lo aveva preso come paladino dell’antipiddismo.

Ci rivediamo tra cinque anni, con uno scenario sicuramente diverso dall’attuale che vedrà la componente moderata sestese, silente a questa tornata, protagonista. In più qualcuno degli attori attuali avrà tanta voce in capitolo, specialmente dentro Per Sesto.

DARIO BALDI

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