“L’oro bianco di Sesto”: porcellane del Settecento in mostra alla Biblioteca

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Facciata della Biblioteca Ragionieri di Sesto Fiorentino
TuttoSesto

Una selezione di quarantacinque opere del Settecento torna temporaneamente visibile all’interno dell’edificio che le ospitava fino al 1965, prima del suo trasferimento nel nuovo museo nel 1965.

Tra le opere d’arte e gli oggetti d’uso protagonisti di questa piccola ma preziosa esposizione, il busto in porcellana di Carlo Ginori, il fondatore della Manifattura.

In mostra composizioni da dessert, maschere di Arlecchino e Arlecchina tratte dalla Commedia dell’Arte e un’alzata con il tritone che sorregge sulla testa una conchiglia, evidente allusione alle fontane fiorentine commissionate dai Medici, a cui il marchese Ginori volle rendere omaggio.

Esposta anche la serie degli ‘orientali, costituita da ventiquattro personaggi in costumi di diversi popoli dell’Impero Ottomano, modellati intorno al 1760 a partire da due principali fonti iconografiche: una preziosa serie di tempere del pittore Jacopo Ligozzi − all’epoca nella biblioteca Gaddi di Firenze e oggi in parte pervenute al Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi − e le incisioni tratte dal fortunatissimo Recueil Ferriol, una copia del quale è ancora oggi conservata nel fondo antico della biblioteca del Museo Ginori.

 

Tra le caffettiere in mostra, quelle con i ‘galli rossi’ sono la rivisitazione, attribuita al pittore della manifattura Ferdinando Campostrini, di un decoro giapponese della tipologia Imari.

Tra i decori settecenteschi della Manifattura Ginori il ‘bassorilievo istoriato’ è il più prezioso e caratteristico. Composizioni a soggetto mitologico, tratte da incisioni o da placchette metalliche, venivano riprodotte a bassorilievo in porcellana con appositi stampi e poi applicate a crudo alle pareti di tazze, caffettiere o altro vasellame. Erano vendute in bianco oppure finemente dipinte a mano in policromia e oro, come l’esemplare esposto in mostra. La produzione di maiolica inizia a Doccia ancora prima di quella di porcellana. La sua fabbricazione richiedeva minori investimenti e le sue vendite portavano entrate sicure che aiutavano a sostenere i costi esorbitanti degli esperimenti sulla porcellana. Le maioliche esposte in mostra esemplificano la produzione più sofisticata della manifattura Ginori. I ricchi ornati in bianco e blu rivelano l’influenza dei manufatti francesi di Rouen e Nevers, che a loro volta si ispiravano alla porcellana cinese La Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia.

La mostra, inaugurata l’8 ottobre 2022 rimarrà aperta, negli orari di apertura della biblioteca, fino al 16 aprile 2023

 

 

 

 

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