Piana fiorentina: crollano le nuove imprese

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CNA

Sono 4.502 le imprese artigiane attive a fine 2020 nella Piana Fiorentina: l’1,1% in meno di quanto erano un anno prima. Lo rivela CNA Piana Fiorentina elaborando i dati dell’ufficio di statistica della Camera di Commercio di Firenze. Risultati certo non inattesi, vista la grave situazione economica innescata dalla pandemia, ma a spaventare maggiormente l’associazione è la scomparsa della voglia di fare impresa, attestata dal calo vertiginoso di nuove imprese nate nel 2020: il 31% in meno di quelle del 2019. A perdere maggiormente la spinta a fare imprese è Sesto Fiorentino (-36% di nuove imprese in meno), seguita da Signa (-35%), Campi Bisenzio (-26%) e Calenzano (-22%).

È l’effetto della paura innescata dalla pandemia, ma soprattutto dall’incertezza, quando non improvvisazione, con cui il Sistema Italia la ha affrontata fino ad ora – spiega Marcello Gori, presidente di Cna Piana Fiorentina – La politica fa sempre un gran parlare dell’unicità del nostro artigianato, della sua importanza socio-culturale oltre che economica, ma nei fatti lo lascia pressocché al suo destino”.

Marcello Gori

L’accelerazione della campagna vaccinale deve essere la priorità, ma serve anche una netta discontinuità nel meccanismo degli aiuti alle imprese. Da tempo chiediamo di accantonare i codici Ateco per migliorare la capacità di individuare i beneficiari dei contributi. Bisogna far riferimento esclusivamente alle perdite di fatturato e non all’appartenenza ad un comparto per assicurare maggiore efficienza ed equità nei ristori. In questo il Decreto Sostegni presentato venerdì ci è venuto incontro, ma non ci soddisfa. Il meccanismo che dà diritto al contributo, infatti, richiede una perdita di fatturato di almeno il 30%. Il risultato? Riceverà il sostegno solo un’impresa su 4 ignorando che tutte hanno dovuto sottostare a chiusure, costi e mancanza di lavoro. Insomma, poche briciole a pochi. Cosa si sarebbe dovuto fare? Niente di trascendentale: adottare un meccanismo progressivo che aumenta l’entità del beneficio in base alla perdita di fatturato” conclude Gori.

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