Stella (FI): “In Toscana infrastrutture necessarie, il governo le faccia”

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Le grandi opere sono necessarie per rilanciare lo sviluppo industriale e commerciale del territorio e dei distretti toscani. Ne ha bisogno la nostra economia, ne ha bisogno il turismo. Per questo chiediamo al Governo che si sta apprestando a chiedere la fiducia delle Camere, di non rinunciare a una seria politica infrastrutturale, per l’Italia e per la Toscana, e in particolare agli amici della Lega  chiediamo di vigilare sulle tentazioni ‘antisviluppo’ del M5S“.

Lo dichiara – scrive l’agenzia di stampa AGI – il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia).

La nostra regione, purtroppo – osserva Stellasconta sulla sua pelle un gap infrastrutturale importante, che la penalizza in termini di sviluppo e di rilancio economico. Firenze ha assolutamente bisogno di un moderno sistema di Tav, e per questo da tempo sosteniamo che occorre abbandonare il progetto della stazione sotterranea e pensare a sviluppare l’attraversamento cittadino in superficie, con gli opportuni aggiustamenti. Ma pensare di abbandonare il progetto dell’alta velocità ferroviaria sarebbe un errore imperdonabile. Idem per quel che riguarda l’aeroporto di Peretola: senza l’allungamento della pista, rinunceremmo al raddoppio dei passeggeri e all’aumento correlato di posti di lavoro nell’area metropolitana, senza contare i danni per le imprese e per il turismo congressuale.
Ma non finisce qui, sono diverse le grandi opere che attendono di essere completate – ricorda il vicepresidente dell’Assemblea toscana -. Dal polo fieristico fiorentino, alla realizzazione dell’Autostrada Tirrenica Rosignano-Civitavecchia, dal raddoppio della linea ferroviaria Pistoia-Lucca ai porti di Livorno e Piombino, che attendono lavori che li faranno tornare competitivi. Per non parlare della superstrada ‘Due Mari’ Fano-Grosseto (mancano diversi lotti) e della terza corsia dell’A11 Firenze-Montecatini. Il prossimo Governo, qualunque sia il suo colore politico, non ceda alla teoria funesta della ‘decrescita felice’“.

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