Forza Italia Campi visita a Lucca la mostra permanente della fondazione Barsanti Matteucci

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Campi Bisenzio riscopra l’orgoglio per Felice Matteucci inventore, insieme a Padre Barsanti, del primo motore a scoppio e le cui spoglie riposano nella Cappella di Villa Montalvo; l’amministrazione comunale si attivi, senza ulteriore ritardo, per promuovere e diffondere la paternità dell’invenzione e dia finalmente disponibilità ad entrare nel percorso museale “le città del motore a scoppio” insieme a Lucca, Pietrasanta, Volterra e Firenze.

E’ questa la proposta di Forza Italia che in questi giorni si è recata a Lucca per visitare la mostra permanente allestita dalla Fondazione Barsanti Matteucci potendo colloquiare lungamente con il Prof. Giacomo Ricci, Presidente della fondazione che intende promuovere e diffondere le opere e la vita dei due scienziati considerati e accreditati come i primi ideatori del rivoluzionario motore a scoppio.

E’ francamente incredibile che al di là di qualche mostra e qualche post su face book, come quello scritto anni fa dall’allora Italia dei valori, le amministrazioni comunali, passate e presenti, non abbiano mai valorizzato adeguatamente la figura di Felice Matteucci creando, ad esempio, una mostra permanente dedicata agli studi del grande scienziato, tra cui spicca ovviamente la realizzazione del primo motore. Ma c’è di più, nonostante i tanti vani inviti rivolti dalla Fondazione Barsanti – Matteucci, il Comune di Campi Bisenzio non ha mai aderito al circuito dei “luoghi del Motore” e addirittura non ha aderito alle celebrazioni sul 150° anniversario dell’invenzione del motore a scoppio.

Si esprimono così Paolo Gandola, Capogruppo di Forza Italia a Campi Bisenzio e Elisa Lotti, Coordinatrice comunale azzurra che aggiungono: “contrariamente a quanto si crede, la creazione del primo motore a quattro tempi – quello di Nikolaus Otto che, associandosi a Karl Benz, portò alla nascita del Benz Velociped datata 1886 – è la conseguenza della scoperta di un insegnante di fisica di Pietrasanta, Padre Eugenio Barsanti, e degli sviluppi realizzati assieme ad un ingegnere di Lucca, Felice Matteucci che per molti anni visse a Campi a Villa Montalvo essendosi legato a Giulia Ramirez di Montalvo. Barsanti aveva scoperto durante un esperimento la possibilità di trasformare uno scoppio in forza meccanica. Dalla collaborazione con Matteucci venne sviluppata una ‘macchina’ capace di ripetere ciclicamente questa trasformazione ed ottenere così una costante erogazione di forza meccanica.

Possibile che Campi Bisenzio possa dimenticare tutto ciò e abbia trasformato la Cappellina di Villa Montalvo, dove si trovano le spoglie di Matteucci, in un vero e proprio magazzino trovandosi, da ormai sei mesi, tutte le scatole dentro le quali sono stati ammassati i faldoni dell’archivio post unitario del nostro Comune?, si chiede Gandola.

Peraltro, proprio in quell’archivio, o meglio in quello che rimane, dovrebbero essere conservati degli studi mai visionati prima di Felice Matteucci, soprattutto per ciò che concerne gli studi dei primi prototipi. Continuando così, Campi Bisenzio potrebbe perdere le spoglie di Matteucci visto che la Fondazione ha già lanciato la proposta di trasportare le spoglie a Firenze presso la cattedrale di Santa Croce, dove già riposano quelle di Barsanti.

Pronta al riguardo la Mozione di Forza Italia con la quale si chiederà all’amministrazione comunale di rimuovere tutte le scatole dalla Cappellina di Villa Montalvo e avviare un tavolo di lavoro per ricordare la figura di Felice Matteucci che per primo ha studiato l’impiego dell’idrogeno come combustibile. La Mozione chiede ancora di avviare la progettazione di una mostra permanente sul motore, di inserire Campi Bisenzio nel circuito dei luoghi del Motore, di divenire membri ufficiali della Fondazione “Barsanti – Matteucci” e di avviare ogni altra iniziativa che ricordi la figura di colui che ha dato vita, in riva al Bisenzio, ad uno dei principali vettori della modernizzazione umana.

Quella del motore a scoppio, infatti, è stata una rivoluzione che ha profondamente modificato il nostro vivere quotidiano ed è per questo francamente vergognoso che le amministrazioni comunali, passate e presenti, non abbiano mai provveduto a celebrare la figura di Felice Matteucci che dovrebbe, invece, fare parte del patrimonio inscindibile della Città di Campi, concludono Gandola e Lotti.

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