11 aprile 1424 – Affogano le colonne affocate

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

11 aprile 1424 – Affogano le colonne affocate

Nel 1114 i pisani, che all’epoca rappresentavano una grande potenza marinara, s’imbarcarono alla volta delle Baleari, ufficialmente un loro territorio ma, di fatto, occupate dai pirati saraceni.

La spedizione, basata su un accordo fra Pisa e Barcellona, assunse il valore di una vera e propria Crociata considerato l’appoggio di papa Pasquale II, dei principali Comuni italiani, di alcuni principi catalani e di molti lord d’Occitania.

Pisa, che sostenne il maggiore sforzo bellico, non poteva rimanere incustodita e così, stranamente, si rivolse a Firenze per la difesa della città da eventuali attacchi nemici. Tornati vittoriosi da Maiorca, in segno di gratitudine, i pisani offrirono all’alleato fiorentino una parte del bottino di guerra: due colonne di porfido che si riteneva fossero miracolose. Si sosteneva che le colonne possedessero il potere magico di riflettere il viso di chi, pur essendo colpevole, non fosse stato punito dalla legge.

I fiorentini trasportarono le colonne su di un barcone, risalendo con attenzione il corso dell’Arno. Al momento della rimozione del rivestimento costituito da un panno di colore rosso scarlatto, si constatò però che le colonne non avevano assolutamente nessun potere riflettente e che, anzi, erano assolutamente prive di lucentezza. Era successo che i pisani, una volta di più, avevano voluto fare uno sgarbo ai fiorentini: le avevano “affocate”, cioè rese opache con il fuoco. In pratica inutilizzabili. Un po’ per queste colonne rosse foco, un po’ per l’antagonismo politico che esisteva tra fiorentini e pisani, fu coniato per l’occasione il detto:

Fiorentini ciechi e pisani traditori

Nonostante lo spregio, i fiorentini vollero conservare il “regalo” e posero le due colonne in prossimità del Battistero.

Vecchia fama nel mondo li chiama orbi;
gent’ è avara, invidiosa e superba:
dai lor costumi fa che tu ti forbi   (Dante Alighieri)

Come avrebbe detto Dante, però i fiorentini erano pronti a riprender dattero per figo e così, quando nel 1364 Firenze sconfisse i pisani a Cascina e conquistò il porto di Pisa, due grosse catene d’ancoraggio furono portate fin sulla facciata del Battistero in modo che penzolassero proprio dalle colonne affocate. Si trattava della ripetizione di un gesto di scherno con cui i genovesi avevano festeggiato la vittoria sui pisani nella battaglia della Meloria ottant’anni prima.

L’11 aprile 1424, in occasione di una pioggia incessante, piazza del Duomo si allagò. I due pilastri caddero a terra e si frantumarono ma furono restaurati, mantenuti compatti con cerchiature di ferro e ricollocati nell’antica sede. E lì si trovano ancora.

Daniele Niccoli

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