21 dicembre 1001 – Il Gran Barone cavalca da morto

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Badia e Bargello 2
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

21 dicembre 1001 – Il Gran Barone cavalca da morto

Ugo di Brandeburgo fu marchese di Toscana alla fine del primo millennio. Era molto amato dai fiorentini perché aveva spostato la residenza dei marchesi di Toscana da Lucca a Firenze dando così un riconoscimento alla città sull’Arno ancor prima che iniziasse la sua ascesa economica.

e a costui piacque la stanza di Toscana,
e massimamente nella città di Fiorenza,
fececi venire la moglie, e in essa fece dimoro (Ricordano Malespini)

Firenze viveva proprio in quegli anni uno dei periodi più bui della sua storia: tremila abitanti richiusi nell’antica cerchia muraria romana. Una città piccola e povera, avrebbe detto Sergio Marchionne, se fosse vissuto a quell’epoca.

Firenze l’è piccina e vista da ‘i piazzale
la pare una bambina vestita a carnevale (Leonardo Pieraccioni)

Ugo di Toscana fu uomo d’armi, ma seppe essere magnanimo ed equo nei confronti del suo popolo. Per queste qualità e per l’eredità politica che lasciò a Firenze i colori dello stemma del Marchese, il bianco e il rosso, diventarono i colori della città. Ugo morì a Pistoia il 21 dicembre 1001 a causa di un improvviso malore. I fiorentini al seguito, temendo che i pistoiesi rivendicassero il diritto di sepoltura in qualche loro Chiesa, decisero di rivestirlo con la sua armatura, di metterlo sul cavallo e, con questo e con l’aiuto di uno scudiero, di riportarlo a Firenze. Ugo fu sepolto nella Badia Fiorentina, costruita per volere di sua madre Willa. Tra il 1469 e il 1481 Mino da Fiesole eseguì il suo monumento funebre. Da più di mille anni il 21 dicembre i fiorentini celebrano, proprio nella Badia, una messa di commemorazione in segno di devozione e di gratitudine al creatore della Toscana e del suo capoluogo. Nell’occasione un’antica corazza che la leggenda vuole essere appartenuta proprio al barone viene esposta davanti alla tomba per tutta la durata della Messa.

Ciascun che della bella insegna porta
Del gran barone,il cui nome e il pregio,
la festa di Tommaso riconforta
da esso ebbe milizia e privilegio
avvegna che con popol si rauni
oggi colui che la fascia col pregio (Dante Alighieri)

 

DANIELE NICCOLI

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