12 marzo 1530 – Il duello di Dante da Castiglione

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Castello dei Da Castiglione
Castello dei Da Castiglione - TuttoSesto settembre 2024

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

12 marzo 1530 – Il duello di Dante da Castiglione

L’alleanza fra papa Clemente VII e Carlo V che fece seguito al Sacco di Roma fu sancita dall’incoronazione del sovrano asburgico nella basilica di San Petronio a Bologna. Ufficialmente si trattava dell’atto che avrebbe dovuto fissare la pace universale nel mondo occidentale cristiano, ma almeno per i fiorentini non fu così. Clemente VII, infatti, pretese che la Firenze repubblicana tornasse sotto il dominio dei Medici e che l’esercito imperiale imponesse la restaurazione. Nell’autunno del 1529 le truppe di Carlo V si dislocarono intorno a Firenze e cominciarono i bombardamenti. L’assedio durò quasi un anno e vide alternarsi episodi di eroismo a vili atti di tradimento.

Come succede spesso la guerra fu il pretesto anche per risolvere alcune questioni personali. E’ ciò che successe a Lodovico Martelli un esponente repubblicano che sfidò a duello Giovanni Bandini, un filo mediceo che alla fine dell’inverno aveva lasciato Firenze per combattere a fianco degli imperiali. Secondo Benedetto Varchi a dividere i due contendenti più che la politica e gli interessi della città sarebbe stato l’amore per Marietta de’ Ricci, una nobile fiorentina forzatamente data in moglie a Niccolò Benintendi. Si trattava di una donna dalla bellezza dannata visto che per lei erano già morti Piero Sassetti e Pandolfo Puccini.

Dai vostri occhi leggiadri e da l’accorte
dolci parole, e dal bel viso santo
Muove, donna, l’ardir, perch’io son tanto
in travagliar per voi sicuro e forte (Agostino Ademollo)

I dignitari della Repubblica fiorentina e Filiberto di Chalons, principe d’Orange e comandante degli imperiali, decisero che il combattimento avrebbe potuto aver luogo soltanto se ciascun duellante si fosse procurato un compagno. A fianco del Bandini si schierò allora un altro fuoriuscito, Bertino degli Aldobrandini, mentre a sostenere la causa del Martelli si offrì Dante da Castiglione, uno dei maggiori esponenti del partito degli Arrabbiati, il più ostile ai Medici. Apparteneva alla famiglia dei Catellini, antica stirpe ghibellina che secondo la leggenda discenderebbe direttamente da Catilina.

Io vidi li Ughi e vidi i Catellini
Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi
già nel calare, illustri cittadini (Dante Alighieri)

Il ‘quadriello’ si svolse il 12 marzo 1530 al Poggio Imperiale e terminò con un morto per parte. Il primo a cadere, per mano di Dante da Castiglione, fu Bertino degli Aldobrandini, ma poi fu il Bandini ad avere il sopravvento su Ludovico Martelli. Ferito gravemente sopravvisse solo poche ore nonostante le cure amorevoli di Marietta.

L’episodio fu illustrato in un quadro di Francesco Coghetti, oggi conservato nella Galleria d’Arte Moderna di Roma. La disfida procurò una discreta fama a Dante da Castiglione tanto che nel luglio successivo fu eletto capitano della milizia. Le sorti della Repubblica però erano ormai segnate e tempi duri aspettavano i Catellini di Castiglione: Bernardo, il capofamiglia, fu condannato alla decapitazione; i figli Diotisalvi, Vieri e Francesco insieme al fratello Guido e al più famoso nipote Dante furono costretti all’esilio. L’allontanamento della famiglia dalla Patria durò fino al 1622 e fu solo la richiesta di perdono al granduca da parte di Cosimo di Vieri Catellini a interromperlo.

La spada utilizzata da Dante nel famoso duello è stata conservata dai suoi discendenti nel castello di famiglia nei pressi di Cercina fino alla metà dell’Ottocento quando è stata venduta all’asta. Il fortilizio realizzato intorno al 1200 ha ospitato per brevi soggiorni anche il vescovo di Firenze Antonino Pierozzi e papa Leone X.

L’episodio del doppio duello è stato ripreso da diversi autori. Agostino Ademollo nel 1840 ne trasse il suo Marietta de’ Ricci ovvero Firenze al tempo dell’assedio, mentre Gian Domenico Guerrazzi lo utilizzò ne L’assedio di Firenze per risvegliare nei lettori l’amore per la Patria.

Tu ti chiami Aldobrandi e sei fiorentino,
perché dunque Dante da Castiglione
t’incontra nel campo nemico?
Vedi! nella mano mi tentenna la spada
pensando che sta per versare sangue cittadino (Gian Domenico Guerrazzi)

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