Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
19 agosto 1419 – Inizia la costruzione dello Spedale degli Innocenti
Lo “Spedale degli innocenti” di Firenze fu il primo brefotrofio-orfanotrofio d’Europa. Il suo nome è legato all’episodio biblico della strage degli innocenti.
L’edificio fu costruito su un terreno in prossimità dalla Chiesa della Santissima Annunziata, di proprietà di Rinaldo degli Albizi, all’epoca all’apogeo della sua carriera politica. L’opera fu finanziata dall’Arte della Lana e la costruzione fu affidata a un suo appartenente, Filippo Brunelleschi che ne fece il primo esempio di architettura rinascimentale.
Oltre che progettista, fu capo cantiere fino al 1427. Il portico esterno è sicuramente opera sua. E’ lungo 71 metri e composto da nove campate (lo stesso numero dei gradini) con volte a vela, cioè cupole a base quadrata. Sia il loggiato che il chiostro interno sono caratterizzati da una precisa equivalenza fra la corda dell’arco, l’altezza delle colonne e la profondità del portico, mentre l’arco sovrastante è esattamente la metà di questa misura (dieci braccia fiorentine, circa 5,84 metri). L’uguaglianza fra le dimensioni, ripetuta per ogni campata, genera una perfezione di tipo cristallino.
Dopo il 1427 i lavori furono portati avanti dall’architetto Francesco della Luna che apportò alcune modifiche al progetto iniziale che furono criticate dallo stesso Brunelleschi. Ai lavori partecipò anche Andrea della Robbia che realizzò, nei pennacchi, dei tondi di terracotta policroma invetriata (tecnica inventata da suo zio Luca) in cui sono raffigurati putti in fasce.
Durante i primi anni di attività dell’ospedale i fanciulli venivano abbandonati in un’acquasantiera situata sotto il porticato. In seguito fu sostituita da una finestra ferrata dotata di un meccanismo ruotante di legno che permetteva alle madri di lasciare i figli senza essere viste. A fianco della ruota si trovava la campanella con la quale si richiamava l’attenzione delle suore. In genere nel fagotto che conteneva il bambino veniva lasciato un piccolo segno, pezzi di stoffa, bottoni o mezze medaglie che avrebbero potuto permetter un successivo riconoscimento. Gli oggetti sono ancora oggi conservati nel museo.
Questa fu per quattro secoli fino al 1875 la ruota degli innocenti segreto rifugio di miserie e di colpe alle quali perpetua soccorre quella carità che non serra porte
Secondo la leggenda la prima bambina fu abbandonata nella pila dell’acqua benedetta il 5 febbraio 1445 e fu chiamata Agata Smeralda forse a indicarne la bellezza pari solo a quella di due pietre preziose.
Oggi lo Spedale degli Innocenti è sede del Centro di Studi Internazionale sui problemi dell’infanzia dell’Unicef.
Daniele Niccoli
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