Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
19 giugno 1997 -Il pendolo di Foucault in Santa Maria del Fiore
Eppur si muove, avrebbe mormorato Galileo Galilei dopo la condanna subita dal tribunale della Santa Inquisizione riferendosi al movimento della Terra intorno al suo asse e intorno al Sole. L’aneddoto è probabilmente falso, ma non lo è l’intuizione del fisico pisano. La sua teoria, dimostrata in seguito dalle leggi della meccanica di Isaac Newton, rimase per molto tempo un fenomeno impossibile da “osservare”.
Fu lo scienziato francese Jean Bernard Léon Foucault a produrre le prove visive attraverso un esperimento semplice ma geniale. L’11 marzo del 1851 Foucault sospese alla Cupola del Pantheon di Parigi un pendolo lungo 67 metri e pesante 28 chilogrammi, in modo che esso potesse lasciare traccia delle sue oscillazioni su uno strato di sabbia sparsa appositamente sul pavimento. In base al principio d’inerzia e quello d’immutabilità del piano di oscillazione se la Terra fosse stata ferma il pendolo avrebbe dovuto tracciare linee sempre uguali, ma gli spettatori presenti all’esperimento, fra i quali si trovava l’imperatore Napoleone III, videro il pendolo cambiare lentamente di direzione. La rotazione della Terra era stata finalmente resa visibile.
Qualsiasi persona, portata alla presenza di questo fatto, si ferma per qualche istante e rimane pensierosa e in silenzio, poi in generale lascia, portando con sé per sempre un più nitido, più acuto senso del nostro incessante movimento attraverso lo spazio (Léon Foucault)
Da allora l’esperimento è stato riprodotto molte volte. A Firenze per esempio è stato presentato nel 1866 e nel 1929. In questa seconda occasione protagonista dell’esperimento fu padre Guido Alfani che ebbe come ospite d’eccezione il futuro premio nobel Enrico Fermi. L’ultima riproposizione dell’esperimento, il 19 giugno 1997, fu invece resa suggestiva dalla presenza di Umberto Eco che nel 1988 aveva pubblicato il suo secondo romanzo dal titolo Il pendolo di Foucault dove aveva così magistralmente descritto l’esperimento
Io sapevo che la terra stava ruotando, e io con essa, e Saint-Martin-des-Champs e tutta Parigi con me, e insieme ruotavamo sotto il Pendolo che in realtà non cambiava mai la direzione del proprio piano, perché lassù, da dove esso pendeva, e lungo l’infinito prolungamento ideale del filo, in alto verso le più lontane galassie, stava, immobile per l’eternità, il Punto Fermo. La terra ruotava, ma il luogo ove il filo era ancorato era l’unico punto fisso dell’universo.
Dunque non era tanto alla terra che si rivolgeva il mio sguardo, ma lassù, dove si celebrava il mistero dell’immobilità assoluta (Umberto Eco)
DANIELE NICCOLI
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