22 giugno 1633 – La condanna di Galileo Galilei

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Galileo Galilei
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

22 giugno 1633 – La condanna di Galileo Galilei

Galileo Galilei è unanimemente riconosciuto come il fondatore del metodo su cui si basa la scienza moderna: osservazione, formulazione di un’ipotesi, misurazione matematica e conferma dei risultati. Un metodo che oggi appare scontato ma che al tempo valse a Galileo il conflitto con le autorità ecclesiastiche. Impossibile andare contro quello che era scritto nella Bibbia, anche se dovutamente dimostrato.

I rapporti con la Chiesa iniziarono ad essere burrascosi nel 1614 quando il frate domenicano Tommaso Caccini dal pulpito di Santa Maria Novella accusò Galileo di contraddire le Sacre Scritture ispirandosi alle concezioni eliocentriche di Niccolò Niccolò Copernico.

La situazione divenne ancor più precaria dopo la pubblicazione, nel 1632, del Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Il libro fu presto proibito e Galileo fu convocato a comparire davanti al Santo Uffizio. Nonostante la parziale ritrattazione, il 22 giugno 1633 il fisico pisano fu riconosciuto colpevole di aver tenuto e creduto dottrina falsa e contraria alle sacre e divine scritture. Fu costretto all’abiura, con cuor sincero e fede non finta, e al carcere.

Quest’ultima condanna fu sostituita con il soggiorno coatto prima, nella residenza romana dell’ambasciatore del granduca di Toscana, poi in quella dell’arcivescovo di Siena e infine nella sua villa di Arcetri dove morì l’8 gennaio 1642.

Galileo fu tumulato nella Cappella del Noviziato della Basilica di Santa Croce, ma le autorità ecclesiastiche non consentirono il funerale. Solo il 12 marzo 1737 la salma fu trasferita nella basilica all’interno del mausoleo che volutamente fu posto davanti a quello di Michelangelo le cui spoglie erano avventurosamente arrivate da Roma esattamente 173 anni prima.

Nel 1981 papa Giovanni Paolo II istituì una commissione che ebbe il compito di riesaminare il processo. Fu un lavoro lungo e travagliato che si concluse solo nel 1992. Le conclusioni della commissione presieduta dal cardinale Poupard riabilitarono completamente Galileo

errore soggettivo di giudizio, così chiaro per noi oggi,
li condusse ad adottare un provvedimento disciplinare
di cui Galileo “ebbe molto a soffrire”.
Bisogna riconoscere questi torti con lealtà  (Joseph Jean Poupard)

Erano passati solo 359 anni.

Vide / sotto l’etereo padiglion rotarsi
più mondi, e il Sole irradïarli immoto,
onde all’Anglo che tanta ala vi stese
sgombrò primo le vie del firmamento  (Ugo Foscolo)

Daniele Niccoli

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