25 aprile 1472 – Muore Leon Battista Alberti

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Leon Battista Alberti
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

 

25 aprile 1472 – Muore Leon Battista Alberti

A causa dell’antica attitudine a dividersi in fazioni, le potenti famiglie che popolarono Firenze nel periodo che va dell’Alto Medioevo al Rinascimento dovettero subire più volte l’onta dell’esilio. A questa regola non si sottrasse la schiatta degli Alberti, famiglia proveniente dal Casentino e inurbata nel XIII secolo. In qualità di guelfi furono cacciati da Firenze dopo la battaglia di Montaperti. Tornati in patria, ebbero un ruolo di crescente importanza nella vita politica della città. Si schierarono con la parte vincente al momento delle lotte fra Bianchi e Neri, ma quando, nella seconda metà del Trecento, ebbero l’ardire di sfidare gli Albizi tornarono a capire come sa di sale lo pane altrui. L’esilio questa volta durò circa trent’anni, tanto che uno degli esponenti più noti della famiglia così definiva il suo rapporto con la città:

Raro ci venni e poco ci dimorai (Leon Battista Alberti)

In effetti, Leon Battista Alberti nacque a Genova e visse a lungo a Venezia, Padova, Bologna e Roma. Fu però a Firenze, al seguito della corte papale dal 1434 al 1443, che maturò i suoi interessi per la pittura e l’architettura:

Architettore chiamerò io colui che saprà con la opera recare
a fine tutte quelle cose, le quali mediante movimeti dei pesi,
congiungimenti, e ammassamenti di corpi,
si possono con gran dignità accomodare benissimo
all’uso degli homini   (Leon Battista Alberti)

Per circa un decennio, dopo il 1455, l’Alberti lavorò proprio come architetto per conto di uno degli uomini più ricchi di Firenze: Giovanni Rucellai. Per lui costruì il palazzo di famiglia in via della Vigna Nuova e il tempietto del Santo Sepolcro nella Chiesa di San Pancrazio proprio dietro il palazzo.

Sempre su commissione del Rucellai completò anche la facciata della basilica di Santa Maria Novella. A dimostrazione delle sue conoscenze di geometria e di musica, la facciata è stata pensata e costruita come se fosse inscritta in un quadrato e le tre parti che la compongono rappresentano esattamente un quarto del quadrato stesso; cioè la parte superiore all’architrave è uguale a metà della parte inferiore divisa verticalmente in due. Insomma il rapporto è di 1:2, il che equivale, in termini musicali, ad un’ottava.

Per tutta quella che è stata la sua opera, Leon Battista Alberti, morto a Roma il 25 aprile 1472, è universalmente riconosciuto come uno degli artisti più poliedrici dell’Umanesimo.

Daniele Niccoli

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