30 luglio 1082 – Arrigo IV rinuncia all’assedio di Firenze

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Arnolfo di Cambio
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

30 luglio 1082 – Arrigo IV rinuncia all’assedio di Firenze

La Marchesa Matilde di Canossa fu una potente feudataria che esercitò il suo potere sulle terre di Lombardia, Emilia, Romagna e Toscana. Nel periodo delle lotte per le investiture fu accesa sostenitrice del Papa Gregorio VII che scomunicò e dichiarò decaduto per ben due volte l’imperatore Arrigo IV. Nel 1080 al momento della seconda scomunica, Arrigo IV fece eleggere un nuovo antipapa, Clemente III, da cui si fece rieleggere imperatore. Fra le conseguenze di questo gesto ci fu la deposizione di Matilde dal suo ruolo di feudataria.

Firenze fu tra le poche città toscane a mantenersi fedele alla Marchesa schierandosi con il Papa e guadagnandosi l’ira dell’imperatore. Sembrava una mossa avventata, ma in questo modo Firenze pose le basi per il raggiungimento dell’autonomia comunale e per la sua fortuna politica ed economica. Il 21 luglio 1082, l’esercito di Arrigo IV giunse sotto le mura della città e si accampò in una zona detta Cafaggio (attuale piazza Santissima Annunziata), ma il gran caldo di quell’estate costrinse l’imperatore ad abbandonare i propositi bellicosi già dal 30 luglio. Al cattivo esito dell’assedio contribuirono anche le mura difensive che la stessa Matilde aveva voluto qualche anno prima. Si trattava della quarta cerchia muraria fiorentina in ordine cronologico; quella antica ricordata da Cacciaguida nella Divina Commedia:

Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond’ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica (Dante Alighieri)

Da sempre Firenze era dotata di misure difensive. La prima cerchia risale al periodo romano quando le porte erano disposte secondo i punti cardinali: a nord porta Aquilonia (dove oggi inizia Borgo San Lorenzo); a est Porta san Piero (tra via del Proconsolo e il Corso); a sud Porta Santa Maria (in Por Santa Maria); a ovest Porta San Bancrazio (tra via Tornabuoni e via Strozzi). Dopo la caduta dell’impero romano la popolazione di Firenze diminuì notevolmente e il sistema difensivo venne ristretto. La seconda cerchia, così realizzata, è chiamata anche bizantina e di essa potrebbe aver fatto parte la Torre della Pagliazza che si trova in piazza Santa Elisabetta. Le mura carolinge, invece, furono una diretta conseguenza della crescita demografica. Dopo la cerchia antica fu la volta della prima del periodo comunale. La volta di San Pierino probabilmente è l’unica cosa che oggi ci rimane di quell’antica struttura.

Arco di San Pierino
Arco di San Pierino

Un secolo dopo Firenze era ormai una delle città più importanti d’Europa e lo sviluppo demografico impose un importante allargamento dei confini della città e la costruzione di una nuova cinta difensiva. Fu una delle prime opere realizzate a Firenze da Arnolfo di Cambio e sopravvisse fino al 1865.

Daniele Niccoli

 

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