6 gennaio 1537 – Lorenzino uccide il Duca Alessandro

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Cosimo I a cavallo
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

6 gennaio 1537 – Lorenzino de’ Medici uccide il Duca Alessandro

 Lorenzino e Cosimo de Medici, figli di cugini, erano quasi coetanei e vissero la loro infanzia presso il castello del Trebbio nel Mugello. Appartenevano al ramo dei medici Popolani, quelli che discendevano da Lorenzo il Vecchio.

Condivisero anche l’onta dell’esilio a Venezia quando, approfittando delle disgrazie di Papa Clemente VII, a Firenze fu proclamata la Repubblica e gli appartenenti alla famiglia furono espulsi. Lo stesso destino che li aveva fatti crescere insieme, li divise in maniera tragica nell’età adulta.

Quando i Medici, grazie all’intervento dell’imperatore Carlo V, rientrarono a Firenze, un altro loro cugino, Alessandro, figlio naturale del Papa, e di una serva di colore, fu nominato Duca. Si trattava di un personaggio arrogante e prepotente che eliminò tutti gli istituti della Firenze repubblicana e comunale. Fu, tra l’altro, il responsabile della sostituzione del fiorino con una banale moneta che riportava la sua effige. Girava sempre con la scorta e amava circondarsi di amici scapestrati ma servili. Con essi era solito andare a “caccia” di donne sulle quali spesso esercitava violenza.

Fra questi amici di scorribande vi era anche Lorenzino, all’epoca già tristemente famoso per aver tagliato le teste delle statue dei Cesari durante un soggiorno a Roma. Qualcuno ha voluto vedere in quel suo gesto un segno premonitore del tirannicidio, ma probabilmente si trattò solo di un dispetto al Papa colpevole del mancato rimborso di un grosso prestito. Secondo la testimonianza di Benvenuto Cellini il rapporto tra Lorenzino e il Duca Alessandro sarebbe stato oscuro e morboso.

Comunque fosse, invidia o gelosia, la notte dell’epifania del 1537, Lorenzino invitò il Duca Alessandro a recarsi in una casa in via Larga dove avrebbe potuto trascorrere una notte d’amore con la bellissima Caterina Ginori. Ad attenderlo però trovò lo stesso Lorenzino e il sicario Scoroncolo che, dopo una breve lotta, lo uccise. La morte di Alessandro non dispiacque a nessuno, ma si trattava pur sempre del Signore di Firenze nonché genero dell’Imperatore Carlo V e la vicenda non poteva passare sotto silenzio. La moglie, Margherita d’Asburgo, pose una taglia sulla testa di Lorenzino che così fu costretto all’esilio.

Anche il nuovo signore di Firenze, Cosimo I, non poteva permettere la sopravvivenza di un cugino così pericoloso anche perché fra i due vi era un contenzioso sull’eredità. Per Lorenzino iniziò una lunga fuga per evitare i sicari del nuovo Duca. Il suo girovagare lo portò a Bologna, Modena, Venezia, Costantinopoli, Parigi e poi ancora Venezia. Qui s’innamorò di Elena Barozzi Centani e si trattenne più a lungo del dovuto. Dopo aver sventato un primo attentato nel 1546 in cui rimase accidentalmente coinvolto Giovanni Della Casa, autore del Galateo, il 26 febbraio 1548 fu ucciso a colpi di pugnale presso l’abitazione della fidanzata da Bebo da Volterra e Cecchino da Bibbona.

Daniele Niccoli

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