6 gennaio 1907 – Sestesi mangiapreti

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Chiesa di San Martino 2
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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

6 gennaio 1907 – Sestesi mangiapreti

Nella seconda metà del XIX secolo e, ancora di più, nei primi anni del Novecento a Sesto si verificò un progressivo distacco delle classi popolari dagli insegnamenti della religione cattolica. Secondo l’Avanti del 4 agosto 1911 sarebbe stato un numero straordinariamente grande quello dei cittadini sestesi che nel censimento tenutosi quell’anno avevano dichiarato di non professare alcuna religione. D’altra parte il socialismo di quegli anni fu sinonimo di anticlericalismo. Lo dimostra l’incremento esponenziale dei funerali civili considerati dagli stessi socialisti un vero e proprio atto politico. L’acquisizione di un sentimento laico riguardava però una ben più larga fetta della cittadinanza sestese. Lo dimostrano le dieci mila persone che, secondo il giornale socialista La Difesa, avrebbero partecipato al funerale civile del repubblicano Checcherini. La conseguente preoccupazione della Chiesa è dimostrata dalle invettive che il pievano nella predica della domenica successiva scagliò nei confronti di chi aveva seguito il trasporto non religioso.
Lo stesso Checcherini era stato protagonista di una polemica con la giunta comunale nel 1893 quando era stata negata la sepoltura in una cappella del cimitero ai fratelli Antonio e Filippo Paoletti ex garibaldini e massoni. La motivazione addotta era la mancata pratica del culto cattolico.

La giunta ci ha rifatto la storia del secolo passato quando i cimiteri erano sotto la giurisdizione ecclesiastica, e fin lì ha ragione. Ma oggi i cimiteri sono comunali e la cosa cambia aspetto. Il municipio è istituzione eminentemente civile, né deve ingerirsi di cura di anime se non vuole diventare la succursale della sagrestia.

Se i socialisti non erano teneri nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni religiose, certo i preti non erano meno violenti nella loro propaganda antisocialista. Già nel 1898, dopo una predica del vicario della parrocchia di Querceto, i membri dell’Associazione Elettorale Socialista chiesero, inutilmente, un confronto pubblico.

Egr, Sig. don Cesare Pecchioli, vicario di Querceto, i componenti l’Associazione Elettorale Socialista, venuti a cognizione che lei dal pergamo ha inveito contro i socialisti e si è permesso di falsarne il programma; a scanso di equivoci siamo pronti a tenere una discussione, lasciandolo arbitro di scegliere il giorno, l’ora e il locale che Le aggrada

Anche nella scelta dei nomi i sestesi, o almeno una parte di loro, dimostrarono il distacco dalla religione cattolica. Non più i nomi dei santi ma nomi che inneggiavano alla libertà come Libero e Spartaco o che si rifacevano a personaggi politici come Cafiero e Francisco Ferrer.
In un clima di questo genere non sorprende che, per la via della città, si potesse tenere una manifestazione chiaramente anticlericale come quella del 6 gennaio 1907.
Così ne riporta gli esiti il Corriere della Sera del giorno successivo:

Oggi nel pomeriggio nel paese di Sesto, che è la roccaforte del socialismo fiorentino, ha avuto luogo una dimostrazione anticlericale. Anzitutto è stato tenuto un comizio al quale convennero da Firenze parecchie centinaia di socialisti, repubblicani e anarchici. Dopo i discorsi dell’ex deputato Pescetti e di altri, la folla uscita dal comizio improvvisò un corteo che percorse il paese emettendo grida contro il Vaticano e di viva la Francia.
Si volevano spiegare le bandiere di varie associazioni, ma il delegato locale alla testa di numerosi agenti e carabinieri non lo permise. Avvenne un violento tafferuglio. Una bandiera è stata strappata prima dalle mani dei dimostranti, poi da quelle degli agenti. Sono stati arrestati diversi giovani fra i più facinorosi, ma poi per intervento di persone del paese sono stati rilasciati.

Daniele Niccoli

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