Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
6 maggio 1956 – La Fiorentina vince il suo primo scudetto
Quando nel pomeriggio del 6 maggio 1956 l’arbitro Maurelli dichiarò chiusa la partita fra Triestina e Fiorentina, il punteggio era fissato sull’1 a 1 grazie ad una rete di Julinho al 41’ e al pareggio di Brighenti al 45’. Il risultato garantiva ai viola 11 punti di vantaggio sul Milan, sufficienti, a cinque giornate dalla fine, a dichiararla, per la prima volta, campione d’Italia.
Durante quel campionato la squadra gigliata batté numerosi record:
- Maggior vantaggio sulla seconda classificata, 12 punti;
- Minor numero di sconfitte, 1 (ultima partita di campionato);
- Miglior serie iniziale, 33 partite;
- Minor numero di sconfitte in trasferta, 1;
- Minor numero di reti subite, 20;
- Minor numero di reti subite in casa, 6;
- Maggior numero di punti conquistati in trasferta, 24.
La squadra era stata plasmata dal presidente Enrico Befani e dall’allenatore Fulvio Bernardini, detto anche dottor Fuffo, un ex fuoriclasse che Vittorio Pozzo aveva escluso dalla nazionale Campione del Mondo del 1934 perché, a suo dire, così bravo che gli altri non riuscivano a capirlo.
Bernardini, amante dei piedi buoni, pretese l’acquisto del fuoriclasse brasiliano Julinho (“un’ala al massimo può fare come lui, non di più!”) per dare più fantasia all’attacco viola che già disponeva di due grandi goleador come Miguel Montuori e Giuseppe Virgili alias Pecos Bill.
Il mister realizzò accorgimenti tattici audaci per l’epoca. Inventò l’ala tornante di supporto al centrocampo (Prini) e il terzino fluidificante (Cervato) con licenza di attaccare e fare gol grazie alle sue doti di stoccatore. Quando lui si sganciava, Bernardini disponeva un movimento a scalare che coinvolgeva Rosetta, Magnini, Chiappella e Prini che garantiva la copertura difensiva.
Sembrava una squadra destinata a vincere per molti anni ancora. I giocatori erano relativamente giovani e tutti nel giro della nazionale, ma non ci furono altre vittorie, “soltanto” quattro secondi posti consecutivi che comunque, in un periodo in cui le squadre del Nord imperversavano grazie ad importanti investimenti economici, furono risultati di grande rilevanza sportiva.
Questa la formazione campione d’Italia:
Sarti, Magnini, Cervato, Chiappella, Rosetta, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori Prini.
Il bomber fu Giuseppe Virgili, con 21 reti.
Oh Fiorentina
di ogni squadra ti vogliam regina (Narciso Parigi)
Daniele Niccoli
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