8 aprile 1891 – Il pozzo nero di Castello

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Firenze 365

Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

8 aprile 1891 – Il pozzo nero di Castello

L’espansione di Firenze e la variazione dei suoi confini determinarono, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, importanti cambiamenti anche per il comune di Sesto Fiorentino. La vicinanza con il capoluogo e lo sviluppo di forme di collegamento sempre più evolute, dall’omnibus, al tram a cavalli, dalla ferrovia al tram elettrico ebbero riscontri positivi sull’economia del paese. Prova ne è la comparsa di nuove attività manifatturiere come quella delle conserve alimentari di Luigi Torrigiani o dei numerosi saponifici sparsi sul territorio.

Da che mondo è mondo, regnanti e amministratori delle grandi città hanno trasferito verso la periferia soprattutto ciò che è più molesto e quindi le attività meno nobili e più pericolose. A questa regola non si è sottratta neanche la Firenze della Belle Epoque che pensò bene di spostare nei comuni limitrofi le attività più insalubri. Nel 1901 la Società Anonima ottenne dal prefetto l’autorizzazione per realizzare a Novoli (all’epoca nel comune di Sesto Fiorentino) il deposito della spazzatura di Firenze.

Un episodio che non rimarrà isolato visto che, circa ottanta anni dopo, Fiorentinambiente decise di costruire a Case Passerini, sempre nel territorio di Sesto Fiorentino, una discarica da più di due milioni di metri cubi.

Sempre a Novoli, all’inizio del Novecento, erano attive fabbriche di colle animali, di concimi chimici, un non meglio identificato struggitoio di animali vecchi o malati e un deposito di materie liquide fecali. Deve essere stata un’altra passione dei sestesi visto che nel 1868 fu bloccato il progetto per la realizzazione del cimitero di San Cristofano a Novoli “in causa della concessione fatta al Sig. Perini di costruire nella località prescelta un deposito per gli spurghi della città di Firenze”.

A ribadire il concetto arrivò l’8 aprile 1891, l’autorizzazione della prefettura per la realizzazione di un pozzo nero di deposito della capacità 4.500 ettolitri a Castello, anch’esso, all’epoca, nel territorio del comune di Sesto Fiorentino. Chissà forse i sestesi, mangiatori di budella, erano stati scambiati per i protagonisti del famoso Inno del corpo sciolto di Roberto Benigni:

I’bello nostro è che ci si incazza parecchio
e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio   (Roberto Benigni)

Daniele Niccoli
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