Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
12 aprile 1334 – Giotto capomastro della fabbrica del duomo
Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento Firenze visse il periodo di suo massimo splendore. Le attività commerciali e bancarie delle grandi famiglie la resero la città più ricca al mondo. Immediata conseguenza dell’improvviso benessere fu il rapido incremento demografico e la trasformazione della città che allargò i suoi confini e si dotò di edifici che dimostrassero la potenza economica raggiunta. Grande protagonista di quella stagione fu Arnolfo di Cambio che, quasi in contemporanea, ottenne l’incarico della costruzione della basilica di Santa Croce, del Palazzo dei Priori e delle nuove mura. Anche la vecchia cattedrale di Santa Reparata risultava però
piccola a comparazione di siffatta cittade (Giovanni Villani)
e così il grande artista di Colle Val d’Elsa nel 1296 ottenne l’incarico di costruire anche la chiesa più bella e più grande di tutta la Toscana: la cattedrale che, nel 1412, assunse il nome di Santa Maria del Fiore. Dopo un iniziale entusiasmo, i lavori della fabbrica languirono per circa trent’anni fino a che, scomparso Arnolfo, la direzione dei lavori fu affidata, il 12 aprile 1334, a Giotto di Bondone.
Il grande artista medievale, consapevole del suo valore non proseguì i lavori della basilica, ma creò un nuovo cantiere per la costruzione del campanile. Il suo progetto prevedeva la realizzazione del rivestimento esterno in contemporanea all’edificazione e così i tempi di esecuzione si dilatarono.
Oltre alla scelta e alla apposizione dei marmi si dedicò alla realizzazione di formelle esagonali che, secondo gli esperti, rappresentano un ciclo figurativo tra più completi del medioevo. Si parte dalla Creazione dell’uomo per proseguire con l’illustrazione delle attività che caratterizzano la sua vita, dei pianeti che ne regolano l’esistenza, le virtù che lo fortificano, le arti che lo istruiscono e i sacramenti che lo santificano.
A Giotto è da attribuire solo la parte programmatica dell’opera perché la realizzazione fu affidata ad Andrea Pisano e agli artisti della sua bottega. Alla morte del grande artista, sopraggiunta nel 1337, l’edificio risultava costruito solo fino al primo piano. I lavori furono affidati allora allo stesso Andrea Pisano che li condusse, non senza difficoltà, negli anni bui della peste nera e dei fallimenti dei Bardi e dei Peruzzi che trascinarono la città in un periodo di grave crisi economica.
Il campanile fu completato da Francesco Talenti nel 1359 e, nonostante i ritardi, fu la prima delle grandi opere di piazza San Giovanni ad essere completata.
fue fatto per lo Comune maestro Giotto nostro cittadino, il più sovrano maestro stato in dipintura che si trovasse al suo tempo (Giovanni Villani)
Daniele Niccoli
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