Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
22 ottobre 1472 – La Madonna polverosa
Il territorio fiorentino è caratterizzato dalla presenza di ben quattordici basiliche maggiori secondo quella che è la classificazione della Santa Sede. Fra queste un posto di primo piano è occupato dalla Basilica di Santa Maria Novella, la prima chiesa gotica di Firenze. Nacque sulle ceneri della vecchia chiesetta di Santa Maria delle Vigne e per questo fu detta Novella. I lavori iniziarono intorno alla metà Duecento anche se la cerimonia di posa della prima pietra fu celebrata solo il 18 ottobre 1279. Terminarono circa un secolo dopo, ma la chiesa fu consacrata solo nel 1420 da papa Martino V che all’epoca risiedeva in città.
Al momento della sua costruzione Santa Maria Novella era la chiesa più grande di tutta la Cristianità. La Basilica fu il centro di riferimento dell’ordine dei domenicani e, com’era consuetudine a quei tempi, funzionò anche come luogo di sepoltura. Sul lato destro della chiesa esiste tuttora un’area verde che, fino alla XIX secolo costituiva il cosiddetto cimitero di Plaona, a sua volta circondato da una fila di nicchie marmoree decorate dette avelli che erano usate come sepolcri. Nel terzo di questi avelli, a partire dalla facciata, fu sepolto Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio, il famoso pittore fiorentino autore di numerosi cicli pittorici, noto anche perché nella sua bottega mosse i primi passi di artista Michelangelo Buonarroti.
Una storia singolare è legata all’ultimo degli avelli: il 22 ottobre 1472, alcuni ragazzi stavano giocando in prossimità del cimitero, quando uno di loro, un Ricasoli, si sentì chiamare da una voce che sembrava provenire dall’ultimo avello dove, in effetti, apparve l’immagine della Vergine che supplicò il ragazzo di toglierle le ragnatele e la polvere che deturpavano la sua purezza.
L’episodio fece scalpore tanto che nel 1474 la comunità di S. Maria Novella concesse alla famiglia Ricasoli un pezzo di terreno del cimitero per la costruzione di una cappella in onore della Beatissima Vergine della Purità. Oggi si può accedere alla Cappella, detta più comunemente della Pura, sia partendo dalla navata destra della Chiesa sia dall’esterno attraverso un cancello posto in via degli Avelli. La Cappella è nota anche per la presenza del crocefisso ligneo venerato dalla Beata Villana e di un organo processionale costruito nel 1772 da Luigi Tronci.
Nell’antichità non esisteva la possibilità di chiudere ermeticamente i sepolcri e capitava quindi che gli avelli emanassero un cattivo odore. Il fenomeno, tutt’altro che simpatico, soprattutto per le persone che vivevano nelle circostanze, ha dato luogo a un famoso detto fiorentino:
tu puzzi come un avello
Daniele Niccoli
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