Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
- Via di Cafaggio
- Via del Trebbio
- Piazza Luigi Galvani
- Via Antonio Pacinotti
- Via Monte Pasubio
- Via Guido Presciani
- Via Giuseppe Mazzini
- Via Fratelli Cairoli
- Via Francesco Domenico Guerrazzi
- Via Matteo Renato Imbriani
- Via Alessandro Manzoni
- Piazza IV Novembre
- Largo V Maggio
- Via Antonio Fratti
- Via Amedeo Barducci
- Via Luigi Quattrini
- Via Girolamo Savonarola
- Via di Cafaggio
La camminata parte da via di Cafaggio. Una parola di origine longobarda che, a dimostrazione di quanto negli anni sia cambiato lo scenario, indica una area boschiva recintata.
Svolto immediatamente in via del Trebbio ovvero trivio. Qui in effetti facevano capo tre strade: via del Fosso (oggi via Savonarola), via di Cafaggio e appunto via del Trebbio. Raggiungo piazza Luigi Galvani più conosciuta come piazza della stazione in corrispondenza di un villino stile Liberty. Una delle poche costruzioni del genere sul territorio di Sesto.
La Piazza fu realizzata nei primissimi anni del Novecento in seguito allo spostamento della stazione e alla realizzazione dello scalo merci. L’intitolazione della piazza all’illustre fisiologo che studiò i fenomeni elettrici negli animali non è casuale. Infatti proprio in questa piazza fu realizzata un’officina comunale per la distribuzione dell’energia elettrica. Una struttura fortemente voluta dall’amministrazione socialista e che procurò anche qualche grattacapo all’allora sindaco Pilade Biondi.
Entro quindi in via Pacinotti (una volta prolungamento di via del Trebbio), un altro studioso di fenomeni elettrici e di elettromagnetici.
Svolto in via Monte Pasubio, strada che prende il nome da un monte che fu teatro di sanguinosi eventi bellici durante la Prima Guerra Mondiale.
Quasi senza svoltare mi ritrovo in via Guido Presciani dal nome di uno dei protagonisti dell’antifascismo sestese. Questa zona è conosciuta anche perché nella seconda metà degli anni’80 ci ha vissuto un giovane Roberto Baggio all’epoca giocatore della Fiorentina.
Entro in via Mazzini il tempo giusto per vedere quello che rimane di un ponte sul Gavine che in questa zona è ormai interrato.
Più avanti giro a sinistra su via Fratelli Cairoli memore che in una delle case che la costeggiano ha vissuto per anni il pluricampione olimpico Niccolò Campriani.
Mi dirigo decisamente a est fino a piazza IV Novembre detta anche “il Piazzale”. Una delle piazze più importanti del centro di Sesto. In anni passati vi si svolgeva anche il mercato. Dell’umanità che popolava questa piazza 70-80 anni fa mirabilmente raccontata da Gianclaudio Cerreti non è rimasto niente. Anche gli edifici sono quasi totalmente cambiati. Provo a trattenere nella mente gli eventi da lui descritti fotografando il cancello della corte delle Pieri. Forse la struttura meno cambiata rispetto a quell’epoca.
Dall’altra parte della piazza sembrano finalmente essere giunti al termine i lavori per la Palazzina che fu sede della banda dei Solerti (detti anche Gobbi) e, più recentemente, della Polisportiva Sestese. La struttura, comprensiva di giardino, era più note come “La Lucciola”.
Sfocio finalmente in Largo V Maggio. Un piccolo angolo di Sesto che raccoglie molta della storia del paese. Dalla lapide che ricorda i moti del Pane del 1898, alla statua dell’onorevole Giuseppe Pescetti che, per aver difeso i manifestanti di quel tragico 5 maggio, fu colpito da mandato di cattura e riuscì a scappare in Francia solo grazie a una fuga rocambolesca.
Lo spazio si è recentemente arricchito di un murale dedicato alle donne che hanno partecipato alla Resistenza contro i nazi-fascisti.
Dopo questo tuffo nella storia giro in via Fratti dove la palazzina che ha già ospitato una scuola elementare e la biblioteca comunale è stata adibita da non molto a comando della Polizia Municipale.
Giunto in fondo alla strada faccio una breve deviazione a sinistra per entra in via Amedeo Barducci, un pluridecorato al valor militare della Prima Guerra mondiale.
Singolare è il percorso del nome di questa strada che anticamente rappresentava un prolungamento di via della Tonietta e che nel 1911 il sindaco Fortunato Bietoletti intitolò “via 5 maggio” con riferimento al giorno del 1860 noto per la partenza dei Mille di Garibaldi.
All’inizio dell’epoca fascista ogni riferimento al 5 maggio che potesse ricordare i moti del pane fu ritenuto pericoloso e così nel 1923 uno dei primi provvedimenti del commissario prefettizio Paolo Giuffrida fu quello di intitolarla all’eroe di guerra.
Da via Barducci è ben visibile, sul lato sud del Palazzo comunale, l’ingresso della vecchia scuola di disegno.
Percorro infine via Luigi Quattrini dal nome del ricco possidente che decise di lasciare una somma importante agli amministratori locali affinché allestisse una scuola che in effetti fu realizzata nel 1850.
Mi accorgo che erano anni che non percorrevo questa strada e mi accorgo con piacere della presenza di case con ingressi variamente colorati.
Alla fine solo 2 chilometri. Per meglio seguirmi, come al solito, ho allegato alcune foto. Oggi 18 come i link per gli approfondimenti. Vi consiglio di consultarli per rendere più interessanti le strade che percorrete abitualmente.
Alla prossima!
DANIELE NICCOLI
Percorso di 2 chilometri scarsi, ma denso di storia e aneddoti.