Giornate all’insegna del ciclismo quelle che sta vivendo in questo periodo Sesto Fiorentino.
Dopo l’inaugurazione della pista ciclabile intitolata all’indementicato Commissario Tecnico, Alfredo Martini, e il passaggio della seconda tappa del Giro d’Italia under 23, questa mattina (domenica 16 giugno ndr.) da Sesto (davanti all’abitazione di Alfredo) partirà la terza tappa dello stesso Giro. Il villaggio della carovana, in pazza Vittorio Veneto aprirà alle 9,30.
Sarà poi la città a omaggiare l’antico campione con una serie di iniziative che avranno, in vario modo, la bicicletta come protagonista:
– 16 giugno, gimcana per bambini con sorteggio di 15 mountan bike.
– 18 giugno, “A ruota della Passione”, spettacolo teatrale dedicato ad Alfredo con Tommaso Parenti
– 19 giugno, Terzo Criterium “Alfredo Martini” con circa trecento atleti partecipanti
TuttoSesto partecipa ai festeggiamenti delle due ruote e del suo ambasciatore riportandovi integralmente quello che di Alfredo Martini ha scritto Daniele Niccoli nel suo libro “Sesto Una Bella Storia” edito da apice libri:
“L’acquisto di una bicicletta, alla fine degli anni Venti, rappresentava uno sforzo economico enorme per un operaio della Manifattura Ginori. Pare che il padre di Alfredo Martini abbia dovuto impegnare lo stipendio di un mese per regalargliela in occasione del settimo compleanno, ma, se così fu, si trattò di una scelta azzeccata visto come il ragazzo seppe mettere a frutto quello strumento.
Alfredo divenne ciclista professionista nel 1941 e continuò a gareggiare fino al 1957 vivendo per intero, e da vicino, l’epopea di Bartali e Coppi di cui era gregario in occasione dei Tour de France per squadre nazionali.
Non sono tantissime le vittorie nel suo palmares, ma è singolare che uno dei successi più importanti di Martini, ex partigiano, sia stato colto nel giro dell’appennino del 1947.
All’epoca la corsa si svolgeva nelle strade fra Genova e Alessandria in ricordo della strage della Benedicta avvenuta tra il 6 e l’11 aprile 1944 quando i militari della Guardia Nazionale repubblicana, comandati da un ufficiale tedesco, uccisero settantacinque partigiani che si erano rifugiati in un monastero. Da quel massacro si salvò soltanto Giuseppe Ennio Odino che, creduto morto, riuscì a fuggire prima di essere di nuovo arrestato e deportato a Mathausen. Alla fine della guerra Odino tornò al suo antico amore, la bicicletta.
Quando, per motivi di età, ha dovuto abbandonare le corse, Alfredo Martini ha messo la sua saggezza a disposizione dei giovani ciclisti. Grazie ai suoi consigli Gosta Pettersson si è aggiudicato il Giro d’italia nel 1971. È stato però il lavoro come C.t. della Nazionale a dare i migliori frutti. Ben sei vittorie nel Campionato del Mondo cui si devono aggiungere sette argenti e altrettanti bronzi.
Alfredo nacque a Calenzano il 18 febbraio 1921, ma era cittadino sestese. Non perché vi abitò da subito, ma perché questa era la sua aria, questo era il suo rifugio. Fu garzone di barbiere, operaio, vigile urbano, titolare di un negozio sulla Strada Nova e poi consigliere comunale e assessore allo sport. Per quanto grande, la passione per il ciclismo, non ha attenuato l’amore per Sesto.
Tour de France, Giri d’italia, campionati del Mondo, classiche del Nord lo hanno portato molto lontano. Tanti viaggi, tante storie, ma lui è sempre tornato qui. Ha voluto condividere con gli amici di sempre le sue fatiche e i ricordi delle imprese di Bartali e Coppi. Ed è proprio a Sesto che ha cominciato a dispensare saggezza anche a chi ciclista non era (come quelli nella foto ndr.).
Infaticabile, si è prodigato presso scuole e biblioteche a divulgare, soprattutto fra i giovani, i valori del ciclismo e della vita: fatica e lealtà”.