I Medici e la bellezza senza paragoni di Simonetta Cattaneo

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Botticelli - Tomba 2
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Torna lunedì 2 dicembre la saga de I Medici, i signori di Firenze protagonisti della storia di Firenze e del Rinascimento. Vi riproponiamo alcuni articoli, a loro dedicati, che abbiamo pubblicato in occasione delle prime due serie

 

Magnifici? Senz’altro. Belli? Un po’ meno. A giudicare dai ritratti che sono giunti fino a noi, i banchieri fiorentini non potevano certo vantare la bellezza fra le loro caratteristiche principali. Ricchi, astuti, visionari, a volte anche spietati, ma certo non incantevoli.

I Medici però hanno fatto talmente tanto per rendere Firenze bella e immortale che non ci scandalizziamo certo se, a distanza di secoli, i responsabili della fiction Rai si sono adoperati per renderli esteticamente più (parecchio) gradevoli.

 

 

Non si è dovuto invece fare nessuno sforzo con Matilda Lutz che nello sceneggiato interpreta Simonetta Cattaneo sposata Vespucci da molti considerata la donna più bella della sua epoca.

 

Simonetta compare nella storia di Firenze grazie al componimento di Agnolo Poliziano Stanze per la Giostra con cui il celebre poeta umanista celebra la vittoria di Giuliano de’Medici nel torneo che il fratello Lorenzo il Magnifico aveva organizzato per festeggiare l’alleanza con Milano e Venezia.
Nel componimento Simonetta rappresenta l’ideale neoplatonico di bellezza.

La Giostra, ricordata per il fasto e per il lusso ostentati dal giovane rampollo di casa Medici, si disputò il 28 gennaio 1475 in piazza Santa Croce. Se l’aggiudicò (poteva essere il contrario?) Giuliano che la dedicò proprio a Simonetta Cattaneo che lo stesso giorno compiva ventidue anni. Il premio per il vincitore fu un ritratto della bella di Firenze sotto il quale era riportata la scritta “La sans pareille” (La senza paragoni).

Simonetta era sposata con Marco Vespucci, cugino del più famoso Amerigo, ma un Medici, evidentemente, poteva permettersi di corteggiare una donna sposata anche in maniera così sfrontata.

Simonetta fu anche la Musa ispiratrice di Sandro Botticelli, ma non è sicuro che abbia posato per lui.
I dipinti in cui sarebbe ritratta (La Primavera e le Venere sono postumi).

Il 26 aprile 1476, a distanza di poco più di un anno dalla memorabile Giostra, Simonetta morì. Probabilmente di tisi. Tutta la città partecipò al funerale e sfilò davanti alla bara che fu a lungo lasciata aperta perché tutti potessero ammirare la bellezza senza paragoni di Simonetta. Fu sepolta nella Cappella Vespucci all’interno della Chiesa d’Ognissanti. Sul pavimento della stessa Chiesa fu allestita, qualche anno dopo, la tomba di Sandro Botticelli che pare avesse espresso il desiderio di essere sepolto ai suoi piedi.

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Per rendere onore alla bella di Firenze Lorenzo stesso scrisse un sonetto in cui la immaginava assurta in cielo e trasformata nella più luminosa delle stelle del firmamento:

O chiara stella che co’ raggi tuoi
togli alle tue vicine stelle il lume
perché splendi assai più del tuo costume?
Perché con Febo ancor conteder vuoi?
Forse i belli occhi, quali ha tolti a noi
Morte crudel, che ormai troppo presume,
accolti hai in te: adorna del lor lume,
il suo bel carro a Febo chieder puoi.                               Lorenzo Il Magnifico

 

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1 COMMENTO

  1. ma perché non usi tutte queste conoscenze storiche per scrivere un romanzo ambientato nel rinascimento?

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