Prestini: “Nuovo decreto è punto d’equilibrio fra varie realtà. Ecco i suoi limiti”

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Riccardo Prestini

Sta facendo discutere il nuovo decreto firmato dal premier Giuseppe Conte, quello relativo alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza Coronavirus.

Dopo il commento del sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, arriva anche di Calenzano, Riccardo Prestini:

Ritengo che l’ultimo decreto del Presidente del Consiglio sia un punto di equilibrio e di mediazione, fra realtà regionali e locali in cui l’impatto del virus è stato molto diverso. Ed è proprio questo il suo principale limite, ossia il non aver previsto misure differenziate tra le realtà in cui l’andamento del contagio e dei ricoveri è ormai sceso stabilmente sotto la soglia di allarme, come per esempio in Toscana, e realtà dove invece la situazione è ancora preoccupante.

L’altro grande problema riguarda il sistema di verifica dei contagi, con tamponi o test sierologici. Non solo non è ancora diffuso su tutto il territorio, ma addirittura registra notevoli ritardi per migliaia di soggetti già in isolamento da diverse settimane, il cui controllo sarebbe fondamentale per poter circoscrivere e tracciare le zone di contagio.

Entrando nel merito delle riaperture, nel decreto mancano indicazioni certe o almeno una programmazione per la riattivazione di attività essenziali, prima di tutto scuola e asili nido, ma anche larga parte del commercio, servizi alla persona e celebrazioni religiose. Questo, a tre mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza e a due mesi dalla sospensione delle attività sociali e produttive, costituisce una grave carenza.

Mentre l’Italia si è mossa bene nella fase più acuta dell’emergenza, anticipando altri Paesi Europei e del Mondo, che all’inizio hanno sottovalutato l’intensità e la pericolosità del virus, nell’attuale fase si manifesta più incerta e meno adeguata alle attese e alle aspettative dei territori e della comunità”.

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