Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
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- Via dei Ciompi
- Via Girolamo Savonarola
- Piazza della Chiesa
- Piazza Vittorio Veneto
- Via Giuseppe Verdi
- Via Antonio Gramsci
- Via Nilde Iotti
- Via Fratelli Rosselli
- Via della Castellina
- Via della Topaia
- Via di Malafrasca
- Via di Ruffignano
- Via delle Portacce
- Via dei Massoni
- Via della Fontaccia
- Via di Castiglioni
- Via del Fondolino
- Via della Docciola
- Via della Casina
- Via delle Portacce
- Via di Ruffignano
- Via di Malafrasca
- Via della Topaia
- Via della Castellina
- Via Fratelli Rosselli,
- Via Nilde Iotti
- Via Antonio Gramsci
- Via Giuseppe Verdi
- Piazza Vittorio Veneto
- Piazza della Chiesa
- Via Girolamo Savonarola
- Via dei Ciompi
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Ed è arrivato finalmente il giorno dei venti chilometri veri. Sono quelli che ho coperto oggi per seguire le tracce del nostro stemma comunale. Percorso lungo che a me ha impegnato fisicamente e che a voi richiederà un po’ di attenzione.
Considerate le tante cose da raccontare la prima parte del percorso, quella che per intendersi si svolge nel centro di Sesto non è proprio dettagliata anche perché avremo modo di tornarci in altre occasioni. Le foto, oggi 21, potranno essere di aiuto.
Sulle questioni specifiche dello stemma del Comune di Sesto Fiorentino rimando comunque al libro pubblicato a fine 2023 da apice libri.
La partenza è fissata all’incrocio fra via Scardassieri e via dei Ciompi. Giusto per guardare di nuovo villa Barbieri. In alto, lateralmente al grande portone, sono ancora visibili due addobbi in pietra serena su cui una volta era riprodotto lo stemma della famiglia Del Fede che conteneva le seste.
La camminata procede velocemente verso piazza della Chiesa che ospita la pieve di San Martino. E’ possibile che il compasso, o seste, che caratterizza la nostra comunità sia nato proprio qua. Nel complesso della pieve sono ancor oggi presenti immagini che lo ritraggono.
Supero velocemente anche piazza Vittorio Veneto con il palazzo comunale e piazza Ginori con palazzo Pretorio. Sono le case vere e proprie del nostro stemma. Lo possiamo ammirare in varie fogge. Anche questi luoghi però saranno oggetto di successivi approfondimenti.
La metà vera e propria è Cercina e quindi proseguo il mio cammino verso Quinto.
La prima vera fermata è all’ingresso del cimitero. Sulle colonne laterali fanno mostra di sé le seste. La presenza di una clessidra con le ali a indicare il tempo che passa oltre a ricordarci la caducità della vita umana ci rimanda anche alla simbologia massonica.
L’architettura della seconda metà dell’ottocento, periodo in cui è stato realizzato il cimitero, ha sicuramente influssi massonici, ma, opinione del tutto personale già espressa nel libro, credo che le radici del nostro stemma siano da ricercare altrove.Proseguo di buona lena verso Quinto Alto e dopo aver superato La Castellina mi avventuro in territorio fiorentino ben consapevole però che fino a cento anni fa anche queste zone facevano parte del nostro comune.
Proseguo su via della Topaia dal nome di una residenza di Cosimo I de’Medici stranamente battezzata con un nome poco invitante. Nonostante questo, secondo la testimonianza di Benedetto Varchi e Scipione Ammirato che ne ottenerlo l’uso, l’edificio era dotato di tutti gli elementi tipici di una villa da signore.
Sulla mia sinistra sorge la più famosa villa Il Casale, antica proprietà dei Carlini. Nel 1958 in quell’edificio si verificò uno strano furto che sfociò in un caso di cronaca che ebbe tristi conseguenze. Il protagonista fu l’allora proprietario Giovan Battista Giuffrè più noto come banchiere di Dio.
Proseguo il cammino su via di Malafrasca e via da Ruffignano e non posso fare a meno di notare il gran numero di tabernacoli. Le Ave Maria allungavano i tempi ma infondevano sicurezza.
Supero la chiesetta di San Silvestro a Ruffignano in fase di restauro e giungo ad una casetta rossa che mi pone degli interrogativi cui non riesco a rispondere.
Su una parete c’è un cartello che indica “Caccia riservata eredi de’Medici Capponi”. Più in alto una targa delle Assicurazioni Generali di Venezia.
Spero che fra i lettori ci sia qualcuno in grado di spiegare di cosa si tratta.
Imbocco via delle Portacce ma quasi subito devìo per un sentiero nel bosco che mi porta al cippo dei caduti di radio Co.Ra. Un luogo della memoria a me molto caro.Percorrendo via della Fontaccia (dal nome di un’antica fonte) salgo fino a via di Castiglioni dove ammiro, un po’ infrascato, il Castello di Castiglione che fu residenza fin dal Duecento della famiglia dei Catellini di cui faceva parte anche il celebre Dante da Castiglione. Un eroe della cinquecentesca repubblica fiorentina. Il Castello nei secoli ha avuto ospiti illustri come Sant’Antonino Pierozzi vescovo di Firenze che con una delle sue famose grazie nel 1452 riuscì far diventare padre messere Dante Catellini.
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- A valle del castello si trova la chiesetta di San Michele a Castiglione attualmente in fase di ristrutturazione.Dopo un ampio giro nel bosco mi ritrovo in via della Docciola da dove risalgo fino alla pieve di sant’Andrea a Cercina.E’ questa la meta finale del mio percorso. Nella canonica è conservato quello che veniva considerato il più antico reperto raffigurante le seste come simbolo del popolo di Sesto. Si tratta di un quadro che raffigura il corteo della Venuta dell’immagine della Madonna a Cercina. Si riferisce al pellegrinaggio di Leone X del 1516.
Il nostro giro finisce qui ma le tracce dello stemma del Comune ci potrebbero portare anche a Isola, all’Archivio di Stato di Firenze, alla Biblioteca Nazionale e soprattutto a Scarperia dove le tracce della nostra comunità sono più antiche.
Scusate ma non me la sono sentita. Vi rimando al libro.
Oggi 20 chilometri, 21 fotografie e, se avete voglia di approfondire, 8 link.
Buona lettura.
Alla prossima.
LE FOTO
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