Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
- Via Giovanni Boccaccio
- Via Oliviero Frosali
- Via di Rimaggio
- Piazza della Chiesa
- Via Galileo Galilei
- Via Mario Lazzerini
- Via Mozza
- Viale Niccolò Machiavelli
- Via Cesare Pavese
- Via Giovanni Boccaccio
Oggi camminata in centro e tanti spunti da cogliere. Il percorso non è lungo ma interessante.
Si parte da via Boccaccio giusto per sostare un attimo sotto la targa che ricorda l’uccisione di Oliviero Frosali, l’antifascista che fu il primo sestese caduto durante la guerra di Liberazione. A lui il Partito Comunista, di cui era iscritto, intitolò la sezione comunale di piazza Ginori.
Proseguo per la via intitolata al partigiano. Si tratta di una via particolare. Risulta senza sfondo ma in realtà esiste un vicolo che rasenta la ferrovia che porta in via di Rimaggio. Tutta la zona è conosciuta anche come Baldracca. Sulle origini del nome esistono due ipotesi. La prima porta a pensare alla presenza, in epoca antica, di prostitute. La seconda alla presenza di un luogo fortificato. Questa seconda ipotesi sarebbe rafforzata dall’antico nome di via di Rimaggio, ovvero via del Serraglio che rimanda di nuovo alla presenza di una bastionata.
In via Oliviero Frosali si trova una vecchia casa da Signore che nel 1588 il proprietario, Filippo Angeni, donò all’Ospedale degli Incurabili che aveva la sede principale in via San Gallo a Firenze. Per questo motivo per molto tempo si è pensato che questa casa fosse la sede dell’ospedale dei SS. Jacopo e Filippo ma più recentemente Giulio Vannuchi sembra aver dimostrato che lo stesso ospedale si trovasse nell’attuale via Gramsci all’altezza di via Imbriani.
La tappa successiva è piazza della Chiesa. La più antica fra le piazze di Sesto. La prima a diventare anche sede di mercato.
Volgendomi verso sud provo ad immaginarmi la prima stazione che si trovava proprio all’intersezione tra la piazza e l’attuale via Savonarola già via del Fosso. La stazione e il connesso passaggio a livello su via di Rimaggio procurarono non pochi problemi alla circolazione Nord-Sud dei barrocci nella seconda metà dell’Ottocento. Soltanto alla fine del secolo la proteste degli abitanti trovarono risposta con la realizzazione del nuovo scalo ferroviario più a ovest.
La piazza ha rappresentato per secoli il centro nevralgico del Paese con la Pieve, di cui si ha memoria scritta sin dall’ 868. L’edificio sacro rappresentava il centro di aggregazione del villaggio perché tutti vi si recavano a messa. La Pieve però aveva anche altre funzioni perché era il luogo in cui si battezzavano i bambini e si seppellivano i morti. I registri hanno rappresentato per anni l’ufficio anagrafe della comunità. La Pieve in definitiva era il luogo in cui la fede si mescolava alle mansioni pubbliche.
Sul fianco esterno della Pieve, grazie alla tenacia dell’ex pievano Silvano Nistri e alla bravura del professor Roberto Ceccherini dal 2007, si trova un rilievo in gres – Martino divide il suo mantello con il povero – probabilmente ispirato a un’opera di Pietro Bernini.
Nella navata destra della pieve è presente una targa che ricorda la presenza, come pievano, di Andrea Bonaparte, zio del più famoso Napoleone che fu ospite del prelato per alcuni giorni nel 1778.
Qualche anno più tardi, proprio durante la dominazione francese, la sacralità della piazza venne intaccata dall’innalzamento dell’albero della libertà: un palo sormontato da un berretto frigio simbolo dei giacobini.
Un secolo dopo la piazza avrebbe addirittura cambiato nome. Dopo la fucilazione dell’anarchico Francisco Ferrer in Spagna la giunta socialista di Sesto decise di intitolare la piazza al famoso pedagogista. Il nuovo nome sopravvisse fino all’avvento del fascismo.
Sotto il loggiato della Pieve è presente un’altra targa dedicata a Luigi Quattrini, un ricco possidente che lasciò ai governatori della comunità un’eredità che sarebbe stata utilizzata per istituire la prima scuola pubblica di Sesto.
Tra i pievani che hanno esercitato le loro funzioni a Sesto è ancora vivo il ricordo di monsignor Andrea Cassulo. Durante l’ultima guerra fu di continuo sostegno alla popolazione e insieme al dottor Gino Conti contribuì all’allestimento di un piccolo ospedale all’interno della Cappella della Misericordia.
Quest’ultima Compagnia era nata, sulle ceneri della Compagnia di San Giovanni Decollato, nel 1914 ed aveva avuto come grande protagonista dei primi anni Pietro Azzarri detto anche Pietrino Bono. A lui è stata dedicata la strada che chiude, a nord, la piazza dove più o meno era collocato il vecchio cimitero a sterro realizzato, tra mille polemiche, nel 1835 e dismesso una cinquantina di anni dopo.
In piazza della Chiesa, nei primi anni del secolo scorso era presente la bottega del Campostrini, famoso meccanico di biciclette. Da lui fece praticantato Faliero Masi che negli anni ’50 sarebbe diventato il ‘sarto delle biciclette’.
La camminata prosegue ora in via Galileo Galilei, già via del Casato. Tra le prime porte che trovo sulla mia sinistra provo a individuare, senza riuscirci, l’antica abitazione di Foschino: il venditore ambulante di dolciumi caro ai bambini di molte generazioni.
La strada è ricca di numerosi tabernacoli e oggi è interrotta dal ponte che scavalca il viale Machiavelli. Nella sua parte finale via Galilei si allarga in una corte. Qui anticamente aveva sede l’ufficio della comunità sestese che possiamo quasi immaginare come antico palazzo comunale.
Prima di svoltare per il sottopasso e iniziare il rientro, rimane il tempo per un’occhiata ai giardini della Ragnaia realizzati dopo che nel 1962, con la costruzione di via Giusti, il vecchio parco di villa Corsi-Salviati-Guicciardini fu sezionato.
Ad antica testimonianza della Ragnaia che fu di quel parco, le tredici cascatelle che scendono lungo un viale boscoso fino a terminare in una nicchia dotata di fontana a mosaico e spugne. Le foto testimoniano lo stato di conservazione della fontana e delle cascatelle
Oggi chiudo con un chilometro e mezzo, diciassette foto e dodici link per gli approfondimenti.
Alla prossima.
DANIELE NICCOLI
Targa Oliviero Frosali – TuttoSesto settembre 2024