Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
10 gennaio 1529 – Michelangelo eletto Magistrato dei Nove della Milizia
Il travagliato rapporto di Michelangelo con la famiglia Medici iniziò con la frequentazione del giardino di San Marco, dove il Magnifico aveva allestito un’Accademia in cui i giovani artisti, sotto la guida di Bertoldo di Giovanni, potevano esercitarsi copiando le opere della raccolta archeologica di casa Medici. Fu un periodo felice che s’interruppe rapidamente per la precoce morte di Lorenzo.
Con il figlio Piero le cose non proseguirono altrettanto bene, anche se quest’ultimo faceva gran vanto della statua di neve che lo stesso Michelangelo aveva realizzato in suo onore. Quando, con la discesa di Carlo VIII in Italia, i Medici furono costretti all’esilio, per Michelangelo iniziò un periodo complicato perché, pur essendo favorevole alla Repubblica, poteva essere considerato, per i suoi trascorsi, personaggio vicino al partito mediceo e per questo riparò prima a Venezia e poi a Bologna. Dopo la parentesi savonaroliana appoggiò in maniera convinta il governo di Pier Soderini. Ciò gli valse l’incarico per la realizzazione del David, la statua che rappresentava i valori positivi della Repubblica e affermava la supremazia dell’intelligenza sulla forza e del bene sul male. La restaurazione medicea del 1512 giunse mentre Michelangelo era impegnato a Roma per lavoro. Ciò gli garantì la sopravvivenza ma anche la preoccupazione per i parenti rimasti a Firenze,
non vi fate amici né familiari di nessuno né ben né male,
perché non si sa el fine delle cose.
Actendete solo a’ chasi vostri (Michelangelo Buonarroti)
Con il pontificato di Leone X iniziò una fase di distensione politica che consentì a Michelangelo di ricevere numerosi incarichi dalla famiglia. Non ultimo quello della realizzazione della Sagrestia Nuova. Con la seconda cacciata dei Medici Michelangelo tornò ad appoggiare la Repubblica, tanto da essere nominato, il 10 gennaio 1529, magistrato dei Nove della Milizia, e poi Generale e Procuratore delle fortificazioni e delle mura. Dopo l’estate, in un clima di sospetti e tradimenti e con la città in procinto di essere assediata, Michelangelo scappò a Venezia, ma, dopo essere stato dichiarato ribelle, rientrò giusto in tempo per assistere alla capitolazione della Repubblica. Fu costretto a nascondersi prima nel campanile di San Niccolò e poi in una stanza segreta della Sagrestia Nuova. Sfruttò poi la riconciliazione imposta da Clemente VII, ma non accettò mai la tirannia di Alessandro de’Medici tanto che nel 1534 lasciò definitivamente Firenze.
Per molti, donna, anzi per mille amanti
creata fusti, e d’angelica forma;
or par che ’n ciel si dorma,
s’un sol s’appropia quel ch’è dato a tanti (Michelangelo Buonarroti)
Daniele Niccoli