Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
24 luglio 1742 – L’ultimo atto di mecenatismo dei Medici
Con il Patto di famiglia del 1737, Anna Maria Luisa de’ Medici, ultima esponente della dinastia, garantì l’inamovibilità delle proprietà medicee che, di lì a poco, sarebbero diventate proprietà del nuovo granduca Francesco Stefano di Lorena.
Grazie all’accortezza dell’Elettrice Palatina fu definito un legame inscindibile tra Firenze e le opere d’arte che la stessa città custodisce. Un documento di grande lungimiranza che ha salvaguardato gran parte del patrimonio artistico, ma non tutto. Le gioie della corona medicea, per esempio, furono da subito nelle mire del nuovo Granduca.
Francesco Stefano voleva impossessarsene per coprire le urgenti spese di guerra, ma la richiesta provocò la risentita reazione di Anna Maria Luisa, che però riuscì solo a ritardare la vendita.
Tra il 1743 e il 1750, dopo la morte dell’Elettrice Palatina, i gioielli furono venduti in gran segreto e in netta violazione dell’accordo firmato 1737. Il Patto di Famiglia fu la più importante eredità lasciata da Anna Maria Luisa alla città di Firenze, ma non l’ultima.
Negli anni compresi tra il 1739 e il 1742 si dedicò al restauro della chiesa di San Lorenzo e della Cappella dei Principi. Il restauro fu affidato a Ferdinando Ruggieri e poi concluso dal fratello Giuseppe. Le loro discutibili scelte architettoniche purtroppo hanno portato alla perdita dell’affresco del Giudizio Universale del Pontormo.
In ordine cronologico l’ultima committenza dell’Elettrice Palatina, e quindi della famiglia Medici, fu quella relativa alla decorazione della cupola. La realizzazione fu affidata a Vincenzo Meucci che dipinse la Gloria dei Santi fiorentini.
I quali mostrano vivamente quanto sia la gloria dei loro cuori,
veggendovisi ancora effigiata S.Anna,
il cui nome portava l’Altezza Elettorale (Pellegrino Antonio Orlandi)
L’opera fu terminata il 24 luglio 1742 e inaugurata nell’agosto successivo. Il successo legato alla realizzazione dell’affresco garantì allo stesso Meucci un periodo ricco d’impegni e commitenze.
Tra coloro che si avvalsero dei suoi servigi ci fu anche il marchese Carlo Ginori che pochi anni prima aveva fondato a Sesto la Manifattura Ceramica che ancora oggi porta il suo nome.
Il Marchese adibì il salone della villa di Doccia, all’interno della Manifattura, all’esposizione dei pezzi più pregiati. Per valorizzare da un punto di vista scenografico quel primo museo della ceramica commissionò l’affresco del soffitto del salone proprio a Meucci che dipinse scene allegoriche che tuttora mostrano le varie fasi della produzione della porcellana.
DANIELE NICCOLI
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