Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
28 luglio 1364 – Battaglia di Cascina
John Hawkwood fu un grande condottiero del 1300. Fu prima al servizio di Edoardo III re d’Inghilterra durante la guerra dei cent’anni, e poi di molti Comuni italiani in particolare di Firenze che, al momento della morte gli rese grandi onori, gli concesse la sepoltura nel Duomo e gli dedicò un ritratto equestre conservato anch’esso in Santa Maria del Fiore e realizzato da Paolo Uccello.
Alcuni anni più tardi Niccolò Machiavelli italianizzò il nome del condottiero in Giovanni Acuto con il quale è più comunemente conosciuto. Durante la sua carriera di soldato di ventura ebbe modo di combattere più volte anche contro Firenze. Successe, per esempio, il 28 luglio 1364, quando, al comando di truppe che combattevano per Pisa, affrontò a Cascina l’esercito fiorentino guidato da Galeotto Malatesta. La battaglia si concluse con la vittoria della Repubblica fiorentina. Furono fatti più di 1900 prigionieri pisani che vennero condotti a Firenze e costretti a baciare il culo ad un piccolo leone:
Alla porta a San Frediano, per la quale entrò il vittorioso capitano,
istette un lioncino vivo, ma di poco tempo,
al quale tutti i Pisani baciarono il culo (Giovanni di Paolo Morelli)
Il Marzocco, cioè un leone che sorregge con la zampa destra lo scudo con il giglio, è stato fin dai tempi più antichi uno degli emblemi di Firenze. Nel periodo repubblicano divenne il simbolo della potenza politica raggiunta dalla città. L’origine del termine Marzocco pare sia da riferire al latino Mars, ovvero Marte, l’antico Dio protettore della città di Firenze.
La più famosa rappresentazione del Marzocco è quella di Donatello. Fu realizzata nel 1419 e posta sull’arengario di Palazzo Vecchio dove oggi si trova la sua copia. L’originale è conservato al Bargello. Molti altri leoni si ergono tutt’ora a protettori della città. Due sono i guardiani della Loggia dei Lanzi, altri due si trovano sopra l’ingresso del Palazzo della Signoria. Altissimo è quello che funge da banderuola sulla sommità della Torre d’Arnolfo. Da secoli indica ai fiorentini l’arrivo del maltempo:
Quando il leone piscia in Arno o piove o fa altro danno
I leoni sono stati, fino al 1700, una presenza costante nella città di Firenze. Al tempo in cui essa era una colonia romana erano custoditi nelle burella, i sotterranei del vecchio anfiteatro romano di cui ancora oggi si intuisce l’ esistenza percorrendo il semicerchio costituito da via Torta e via del Parlascio.
Negli anni successivi e fino alla costruzione degli Uffizi le fiere furono alloggiate in delle gabbie dietro Palazzo Vecchio in quella che oggi, per l’appunto, si chiama via dei Leoni.
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