Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
1 novembre 1540 – Fondazione dell’Accademia degli Umidi
Il grande sviluppo che, a partire dal Quattrocento, ebbe lo studio di materie umanistiche determinò la realizzazione di istituzioni dedite ad un approfondimento culturale che andasse oltre il modello proposto dalle università. Fu così che, soprattutto nel Cinquecento, numerose furono le Accademie che si dedicarono alle questioni linguistiche e si preoccuparono di dare una dignità al volgare che già allora aspirava a diventare una lingua nazionale.
Il 1° novembre 1540 a Firenze nacque l’Accademia degli Umidi. I fondatori non erano letterati di professione ma appassionati che amavano il toscano parlato della loro epoca. I nomi più importanti tra i fondatori furono quelli da Anton Francesco Grazzini, Giovanni Mazzuoli, Luigi Tansillo e Giovan Battista Gelli.
Pare che il nome di Umidi fosse stato scelto come contrapposizione ironica agli Infiammati di Padova più propensi alla rivalutazione del latino. Il richiamo all’elemento acquatico voleva alludere alla prosperità e all’accrescimento e indusse gli accademici ad assumere degli pseudonimi in relazione con l’acqua. Il Grazzini divenne così famoso come il Lasca, un pesciolino d’acqua dolce pieno di spine diffuso in tutta Italia. Probabilmente il poeta voleva alludere al suo carattere difficile e bizzarro. Grazzini mantenne il soprannome anche quando divenne membro dell’Accademia della Crusca. Come pretesto valse la considerazione che le lasche prima di essere fritte devono essere infarinate.
Lo statuto degli Umidi prevedeva la lettura e il commento di poesie di autori toscani. Nel primo periodo furono soprattutto i versi del Petrarca a essere declamati e commentati pubblicamente. Dopo neanche quattro mesi di vita dell’Accademia, Cosimo I, mecenate dell’istituzione, pretese lo spostamento della sede nelle stanze del suo Palazzo di via Larga e impose il cambiamento del nome in Accademia Fiorentina.
Era una maniera per esercitare il controllo anche su questo cenacolo di letterati che pure erano già sufficientemente filo medicei. Con l’ingresso nell’Accademia di Cosimo Bartoli e di Pierfrancesco Giambullari ancor più schierati, il processo si compì definitivamente e l’Accademia divenne la rappresentazione della cultura del regime.
I dissidi tra il Giambullari e il Lasca portarono all’espulsione di quest’ultimo nel 1547. Fu riammesso solo nel 1566 per l’intercessione di Leonardo Salviati che a sua volta, qualche anno dopo, entrò a far parte della nascente Accademia della Crusca che si riproponeva di ripristinare l’impronta scherzosa e goliardica che era stata degli Umidi.
Il dolore della morte della moglie
è come le percosse del gomito;
che, benché elle dolgano forte,
passano via sfacciatamente (Anton Francesco Grazzini)
Daniele Niccoli
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