Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)
Sesto giorno per giorno
7 luglio 1881 – Prima puntata di Pinocchio
Se il Bisenzio gonfia, tiene serrate le sue porte ed è costretto a tenere in collo (le acque) e a farle traboccare e stagnare nel piano dello Smannoro e più di tutto in quella porzione detta il Pantano riducendolo a un gran lago di acqua torbida fino ai confini del piano coltivato di Sesto
Con queste parole il botanico Giovanni Targioni Tozzetti, a metà del Settecento descriveva la situazione della piana di Sesto: incapace di far defluire le acque che, con le copiose piogge, scendevano da “Montemurello”.
Un secolo più tardi la fervida fantasia di Carlo Lorenzini trasformò quell’acquitrino nel mare in cui fu gettato Pinocchio. Eravamo ormai alla fine dell’Ottocento e Lorenzini, smessa l’attività di giornalista, si era dedicato alla letteratura per l’infanzia. Dopo Giannettino e Minuzzolo fu la volta de Le avventure di Pinocchio pubblicate a puntate su il Giornale dei bambini di Ferdinando Martini.
Ti mando questa bambinata, fanne quel che ti pare; ma se la stampi pagamela bene per farmi venir la voglia di seguitarla (Carlo Lorenzini)
In quel periodo Carlo Lorenzini abitava, insieme alla famiglia del fratello Paolo, direttore della Manifattura Ginori, a villa Il Bel Riposo in via della Petraia a Castello che all’epoca era parte integrante del Comune di Sesto Fiorentino. E furono proprio i luoghi e le persone di Sesto a ispirarlo: da Giangio che faceva l’ortolano a Sesto, a Giovanna Ragionieri, la figlia del giardiniere che divenne la Fata Turchina; dal Campo dei Miracoli (Villa Gerini), al Paese dei Balocchi (La Castellina o la stessa Sesto); dal Paese dei Barbagianni (Colonnata con i suoi operai che uscivano polverosi dalla Manifattura Ginori) a piazza Garibaldi a Peretola che ospitava il tendone di Mangiafuoco.
C’era una volta un re – direte miei cari bambini –
E invece no. C’era una volta un pezzo di legno (Carlo Lorenzini)
E quel pezzo di legno, che tanto ha fatto penare Geppetto e, altrettanto, ha fatto sognare generazioni di bambini, si trovava nella bottega de Il Nappa(Mastro Ciliegia) in fondo via della Petraia.
Un burattino che, a differenza di tutti gli altri, fin dal primo momento, si è opposto alle regole degli adulti benpensanti: abbandona la famiglia, si prende gioco dei carabinieri, finisce in prigione rinuncia alla scuola, non ascolta i consigli sensati del Grillo Parlante, frequenta persone che stanno al margine della società. Se penso ai sestesi che racconto in questo libro: i contadini che si ribellano ai vescovi, le trecciaiole che lottano per uno stipendio decente e per il “rinvilio” del pane, i socialisti che conquistano il Comune, e ai partigiani che salgono sul monte Morello, beh allora credo che il burattino Pinocchio fosse veramente un sestese.
Daniele Niccoli
buongiorno, il mio interesse e’ quello di trovare la famiglia, di cui non rammento il cognome e della quale uno dei figli ha fatto le scuole elementari con me a Castello negli anni ’50. La famiglia abitava a Villa Bel Riposo in via di Castello 2 in angolo a Via della Querciola, Firenze. A me sarebbe sufficiente il cognome. Mi sembra di ricordare che fossero 3 fratelli e che l’attivita’ del genitore fosse di fabbricare carburatori per auto. Tutto questo fino al 1952. Ringrazio per l’informazione se qualcuno la conosce. Solo il cognome