Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina
Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)
Itinerario:
- Piazza Spartaco Lavagnini
- Piazza del Mercato
- Via del Mercato
- via Potente
- Via Giova Battista Niccolini
- Piazza Ginori
- Via Antonio Gramsci
- Viale Niccolò Machiavelli
- Via Giuseppe Giusti
- Piazza Spartaco Lavagnini
Il percorso di oggi inizia da piazza Spartaco Lavagnini dal nome del ferroviere simbolo del movimento operaio del primo dopoguerra che fu ucciso dai fascisti il 27 febbraio 1921.
La piazza fu realizzata dopo la Seconda Guerra Mondiale dopo che nei primi anni Quaranta il Comune aveva acquistato il terreno dal marchese Giulio Guicciardini. La piazza andò ad ampliare l’area del mercato che prima si svolgeva solo sulla riva destra del Rimaggio.
Piazza Lavagnini è da anni sede del Luna Park durante la Fiera e, fino a qualche decennio fa, era anche la piazza dove giravano i carri del carnevale preparati negli spazi della Pieve di san Martino.
La piazza del mercato vera e propria è però quella sulla riva destra del Rimaggio. Dopo lungo girovagare le bancarelle sono giunte in questo luogo nel 1924. Qualche decennio dopo la dismissione del vecchio cimitero. Al centro della piazza fu realizzato un piccolo edificio che ospitava alcune botteghe fisse. Fra queste, ancora negli anni Settanta, ricordo quelle del pesciaiolo e del pollaiolo, ma forse c’era anche un ortolano. Sotto quel loggiato, sempre nel periodo di carnevale si svolgeva anche la sagra delle budella e del roventino.
Le budella sono state per anni il piatto tipico dei sestesi e già nel secolo precedente venivano messe in rima da don Lino Chini nelle celebri sestine
Arborato piazzal stendesi innanti
ove ne’ festi dì si fa il mercato:
e vi si vende a cupidi abitanti
baccalà,buona trippa e buon castrato
stacci, treppiè, bicicchier, bocce di vetro
e gran budella a pochi soldi al metro
Negli anni Trenta e fino alla fine della guerra la piazza fu rinominata piazza 28 ottobre. La data della marcia su Roma.
Risalgo via Potente dal nome di battaglia del comandante partigiano della Divisione Arno, Aligi Barducci. Mi immetto poi in via Corsi Salviati e mi imbatto nei locali che furono de “Lo sdrucciolo” e che oggi ospitano la Caritas. Ricordo quando qui c’era la sede della Democrazia Cristiana. Tempi in cui le divisioni erano nette tanto da determinare anche scelte sui divertimenti dei giovani. Ricordo che ancora negli anni ’80 ad alcune mie compagne di liceo era impedito andare a ballare al Rinascita (dai comunisti), mentre chi aveva pensieri diversi giocava a biliardo alla Lucciola o al “Partito” e aveva difficoltà ad avventurarsi allo Sdrucciolo.
Le sedi dei partiti politici erano molto vicine una all’altra. Bastava percorrere via Niccolini (come faccio io oggi) per arrivare dove si trovava la sede del P.C.I (oggi P.D.) e quella del P.S.I (all’interno del Palazzo Pretorio).
Piazza Ginori, in particolare, era il fulcro della politica sestese. La forza dei partiti di sinistra era tale che le decisioni importanti non potevano che non essere prese qui. In questa luogo sono stati festeggiati i successi elettorali degli anni ’70 e sempre qui esisteva uno dei locali della vecchia Cooperativa che, dopo essere stati venduti durante il periodo fascista, furono riacquistati dopo la fine della guerra.
Nella sede del PCI poi si sono formati generazioni di amministratori ma si sono consumate anche dolorose battaglie politiche come quella che nel 1967 portò all’uscita dal partito di numerosi ex partigiani.
Le pietre di piazza Ginori ci potrebbero raccontare tanto della storia più o meno recente di Sesto. Dai funerali di Giulio Cerreti, parlamentare sestese, con il discorso di Giancarlo Paietta, alla sfiducia a Sara Biagiotti. Io mi limito a segnalare il link che ricorda i motivi che portarono alla realizzazione della piazza nel 1883
Altra piazza hanno aperto in vetta a Sesto
detta Piazza Ginori, ove il Tramway,
a suon di corno, arriva e parte lesto:
piazza famosa pe’ Diligenzai
che ivi sempre con zelo straordinario
di mane a sera cantano il Rosario (Don Lino Chini)
A questo punto mi sposto lungo via Gramsci in direzione Firenze fino ad arrivare ai ‘Piolini di’ Corsi’ ovvero alla villa Guicciardini-Corsi-Salviati che durante uno dei tanti lavori di ampliamento andò ad inglobare anche l’antico ospedale e oratorio di San Leonardo.
Scendo quindi lungo viale Machiavelli fino ad incrociare il Palazzetto dello Sport intitolato a Vinicio Tarli, un ‘vecchio sestese’ già presidente della pallavolo che ci ha lasciato numerosi e preziosi libri che riguardano Sesto. Uno su tutti: l’elenco dei soprannomi.
Un elenco che potrebbe essere aggiornato con alcuni appellativi che ho riportato nei racconti di questa rubrica: Ciacche, Pisse, Raperino, Zaf, Beo, Micio, Pirrino, Borzoff, Poca Luce, Slim, Biacco…
L’ultimo pensiero di oggi è rivolto ad Alfredo Martini cui nel 2019 è stata intitolata una rete ciclabile che passa a pochi metri da casa sua in via Giuseppe Giusti. Una casa museo piena di cimeli che le figlie, Milvia e Silvia, hanno presentato a TuttoSesto nel marzo 2021.
Anche oggi poca strada (meno di due chilometri) ma tante cose da raccontare. Speriamo incontrino il vostro favore.
Vi lascio con 13 foto e 15 link per i consueti e necessari approfondimenti.
Alla prossima
DANIELE NICCOLI