17 aprile 1853 – Nasce la Polizia Municipale

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Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

17 aprile 1853 – Nasce la Polizia Municipale

Con un decreto del 10 giugno 1852 il Granducato di Toscana fissò le norme con cui le Comunità locali potevano attivare il servizio di guardie municipali. Sesto approfittò rapidamente delle nuove regole e il primo luglio dello stesso anno deliberò l’assunzione di tre guardie di cui una con la qualifica di ispettore. Il 9 agosto successivo fu emesso, dal Gonfaloniere, Luigi Barbieri, un bando di concorso.

Erano richiesti requisiti da cui non si poteva prescindere: i candidati dovevano essere di specchiata condotta morale e politica, dovevano aver compiuto venticinque anni, non dovevano essere residenti nel comune e dovevano essere in grado di leggere e di scrivere. Visto lo scarso numero di candidati, i tempi per la presentazione della domanda, furono prorogati fino all’ottobre successivo.

Alla fine la commissione esaminatrice, composta dal Gonfaloniere e dal collegio dei Priori decise di assumere Giuseppe Giusti, come ispettore, e Andrea Ricciarelli e Giuseppe Pompignoli  come guardie. Il 17 aprile 1853 fu il loro primo giorno di lavoro.

I primi agenti di Polizia Municipale di Sesto indossavano una divisa di colore grigio con venature scarlatte e avevano in dotazione sciabola, carabina e bastone. Fra i loro compiti vi era la tutela delle proprietà urbane e rurali, la gestione della pubblica illuminazione, la vigilanza sull’inquinamento delle acque, ma dovevano anche vigilare sulla condotta dei barrocciai e tenere sgombri i binari del tram. In più dovevano collaborare con la Polizia e la gendarmeria per il mantenimento dell’ordine pubblico pur non avendo la possibilità di introdursi nelle case o nelle fabbriche.

L’orario di lavoro era piuttosto aleatorio:

 

Di prima mattina fino a mezzogiorno e da mezzogiorno fino alla sera

 

Con maggiore precisione erano invece stabilite le località in cui si doveva effettuare la vigilanza:

 

San Martino, San Romolo a Colonnata e i suoi dintorni di prima mattina. Dopo pranzo San Jacopo a Querceto e San Bartolomeo a Padule con i suoi limitrofi

 

Subito dopo l’insediamento della Delegazione di pubblica sicurezza (1867) agli agenti municipali fu assegnato anche il compito di diffidare i mendicanti dal recarsi a Firenze. L’elemosina poteva essere chiesta solo dagli invalidi che erano protocollati nel registro dei mendicanti ‘certificati’. All’epoca se ne contavano 24: 6 storpi, 4 ciechi (o quasi), 6 impotenti al lavoro, un malato a una mano, un demente e 6 vecchi decrepiti…cioè oltre i 75 anni.

Nel 1881 furono emanate le norme per garantire la libertà di circolazione e la materiale sicurezza del passaggio sulle pubbliche strade. Prevedevano una serie di divieti che determinarono cambiamenti fondamentali nelle abitudini di alcuni sestesi dell’epoca. I più impattati furono barrocciai e pastori. Le nuove regole, infatti, contemplavano la possibilità di multe a chi abbandonava i carri lungo le strade o a chi faceva pascolare le greggi sul ciglio delle stesse.

I compiti degli agenti di polizia municipale da allora sono notevolmente aumentati e più di una volta sono andati a scontrarsi con la quotidianità dei sestesi eppure se ancora oggi molti di loro (Pisse, Grazzini, Bini, Cresci…) sono ricordati con affetto vuol dire che hanno saputo attendere al proprio ufficio con capacità e discrezione.

Daniele Niccoli

 

 

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