16 dicembre 1870 – Ubaldino Peruzzi eletto sindaco

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

16 dicembre 1870 – Ubaldino Peruzzi eletto sindaco

La presa di Porta Pia avvenuta nel settembre 1870 spalancò la strada allo spostamento della Capitale a Roma. Per Firenze iniziò un periodo di grande difficoltà economica che fu gestito, come sindaco, da Ubaldino Peruzzi che il 16 dicembre 1870 era stato eletto per la seconda volta primo cittadino.

Gli sforzi economici sostenuti per l’adeguamento della città furono riconosciuti solo minimamente dal governo centrale e così a Firenze alla fine della sua esperienza come Capitale del Regno non rimasero che il titolo di Benemerita della Nazione e la dichiarazione di fallimento da parte del Comune nel 1878.

A dimostrazione dell’istinto malato dei fiorentini nel sentirsi superiori a tutto e a tutti, le cronache riportano addirittura scene di tripudio per lo spostamento della Capitale. Chissà. Può darsi che corrisponda al vero, ma il dato di fatto fu che la crisi si trascinò per molti anni e i primi a pagarla furono proprio i fiorentini. Nel 1892, a ventidue anni di distanza, 72.000 cittadini su 180.000 erano riconosciuti ufficialmente poveri.

 

Ahi serva Italia, di dolore ostello, 
nave sanza nocchiere in gran tempesta, 
non donna di province, ma bordello! (Dante Alighieri)

Ubaldino Peruzzi, che era stato Gonfaloniere con i Lorena e ministro con i Savoia, continuò la sua carriera politica e occupò uno scranno del Parlamento italiano fino alla sua morte. Nella sua casa in Borgo de Greci per iniziativa della moglie, la signora Emilia, ebbe vita il più importante salotto culturale del tempo, il cosiddetto salotto rosso frequentato da personaggi come Isidoro del Lungo, Renato Fucini, Vilfredo Pareto e, soprattutto, Edmondo de Amicis, che sviluppò con la padrona di casa un rapporto che, a detta dello stesso scrittore, andò al di là della semplice amicizia:

È un’amicizia trasparente che fa da mantello                                                    
a un amore con le braccia legate (Edmondo De Amicis)

Tra le dissertazioni della signora Emilia trovò spazio anche il problema dell’emancipazione femminile. Fondamentale, da questo punto di vista fu la lettura, suggerita da Pareto, del libro di Stuart Mill The subjection of women. Anche su questo argomento la Peruzzi si dimostrò una moderata tanto che la sintesi al dibattito che lei stessa aveva sollecitato fu che non poteva esistere una perfetta uguaglianza di diritti e doveri tra i due sessi.

Titolo del dibattito :” Pole la donna permettisi di pareggiare con l’omo?”
No! (Sergio Forconi)

DANIELE NICCOLI

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