Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
2 maggio 1955 – Iniziano i lavori per il Ponte Santa Trìnita
Il Ponte di Santa Trìnita di Firenze ha una storia molto accidentata. Grazie al patrocinio della famiglia Frescobaldi fu costruito una prima volta nel 1252. Fu realizzato in legno e prese il nome dalla vicina chiesa della Santa Trìnita, da cui ereditò anche la i sdrucciola che rispecchia la pronuncia latina al nominativo e che è diventata tipicamente fiorentina.
Il ponte ebbe vita breve perché crollò nel 1259, sotto il peso della folla che assisteva a uno dei ricorrenti spettacoli sull’Arno. Fu riedificato con materiale più resistente, ma la piena dell’Arno lo distrusse altre due volte, nel 1333 e nel 1557.
Cosimo I incaricò della sua ricostruzione Bartolomeo Ammannati. La leggenda vuole che egli si sia avvalso dei disegni di Michelangelo che avrebbe suggerito la linea delle tre arcate e forse anche la forma dei piloni, volutamente ad angolo acuto per evitare che il materiale portato dalle acque rimanesse impigliato e formasse una diga favorendo la tracimazione. Il ponte fu completato nel 1571 anche se, in occasione del matrimonio di Cosimo II con Maria Maddalena d’Austria, nel 1608, furono aggiunte alla struttura quattro statue allegoriche che rappresentavano le stagioni : Primavera di Pietro Francavilla, Inverno di Taddeo Landini, Estate e Autunno di Giovanni Caccini.
Il ponte, considerato uno dei più belli al mondo, per molti anni è stato sede di feste ed esposizioni. Fino ai primi anni del Novecento, per esempio, ogni 11 dicembre si celebrava la fiera dei trabiccoli: cupole fatte di assicelle di legno usate per scaldare o asciugare panni con uno scaldino, o, più semplicemente, per scaldare i letti durante l’inverno.
La fatidica notte del 4 agosto del 1944 i tedeschi, nel tentativo di ritardare l’avanzata degli alleati, fecero saltare tutti i ponti di Firenze tranne Ponte Vecchio. Lo sfortunato Ponte di Santa Trinità non si salvò dal disastro, ma i fiorentini pensarono subito alla sua ricostruzione tanto che il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale, già alla fine di agosto, incaricò l’architetto Riccardo Gizdulich di recuperarne i frammenti.
Nel 1948 l’antiquario Luigi Bellini e il presidente dell’Unione Generale dei Commercianti, Wafrè Franchini, costituirono il comitato per la ricostruzione, ma molte furono le controversie sul progetto e sul materiale da usare. Alla fine vinse la linea del Come Era e Dove Era.
Il progetto fu affidato a Emilio Brizi e allo stesso Gidzulich mentre i lavori, che iniziarono il 2 maggio 1955, furono appaltati alla ditta dell’ingegnere Olinto Arganini di Roma che permise l’inaugurazione del nuovo-vecchio ponte il 16 maggio 1958.
Nel frattempo le quattro statue danneggiate dalle esplosioni erano state ricomposte e ricollocate agli accessi del ponte. Solo la Primavera era rimasta priva di testa. Fu rinvenuta dai renaioli nel 1961 e ricollocata nella sua sede naturale. L’episodio della testa scomparsa ha dato lo spunto a Spike Lee per il film Miracolo a Sant’Anna.
Daniele Niccoli
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