22 Dicembre 1982 – Esce Amici Miei atto II

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Amici Miei
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

22 Dicembre 1982 – Esce Amici Miei atto II

Nel 1975 uscì, ambientato a Firenze, un film destinato a diventare un cult. Si tratta di Amici Miei, lungometraggio diretto da Mario Monicelli, regista anche del sequel Amici Miei atto II che uscì nelle sale il 22 dicembre 1982. È la storia di cinque amici che in perfetto stile fiorentino antico (Boccaccio, il Lasca, il pievano Arlotto), organizzano spedizioni (zingarate) che permettono loro di evadere dalla quotidianità, dalle frustrazioni professionali e dai dolori familiari:

Il bello della zingarata è proprio questo: la libertà, l’estro, il desiderio…
come l’amore. Nasce quando nasce e quando non c’è più
è inutile insistere. Non c’è più!

La loro, amicizia, quasi disperata, è legata alla necessità di trasformare in burla le cose serie o, ma forse è la stessa cosa, di prender sul serio solo il gioco e il divertimento. Uomini profondamente delusi dalla vita e talmente incapaci di assumersi responsabilità da dover cercare nel gioco la droga necessaria al loro comportamento sconsiderato. Significativo, da questo punto di vista, è il rapporto tra il serissimo figlio del Perozzi e il padre scapestrato:

Ma quando cresci babbo? Quando la smetti di fare l’imbecille?
E io restai a chiedermi se l’imbecille ero io,
che la vita la pigliavo tutta come un gioco,
o se invece era lui che la pigliava come una condanna ai lavori forzati;
o se lo eravamo tutti e due (Giorgio Pierozzi, giornalista)

Il gruppo è chiuso. Non si entra e non se ne esce. Chi tenta di intraprendere una via diversa (il Melandri) viene sottoposto a dileggio e riportato nei ranghi.

Su, su non fare così, cippa lippa.
Vuoi che ti portiamo a fare pipì? (conte Raffaello Mascetti)

Per questo le donne hanno uno spazio secondario nella vicenda e quasi sempre rappresentano un intralcio alla vita del gruppo. I film sono stati accusati, forse a ragione, di misoginia, ma rappresentano bene le esigenze dei cinquantenni degli anni 70-80 e forse anche di quelli odierni che hanno semplicemente sostituito le zingarate con il calcetto. Due film, insomma, che trasudano di amarezza, ma che, pure, continuano a farci ridere da quarant’anni.

Ragazzi come si sta bene fra noi, fra uomini.
Ma perché non siamo nati tutti finocchi? (geometra Rambaldo Melandri)

DANIELE NICCOLI

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