Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia
Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.
La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)
Sesto giorno per giorno
27 gennaio 1867 – La delegazione di Pubblica Sicurezza
La proclamazione del Regno d’Italia, che avvenne il 17 marzo 1861, fu l’atto formale con il quale si considera realizzata la formazione del nostro Stato nazionale. Da un punto di vista politico l’operazione fu possibile grazie alle guerre combattute durante il Risorgimento, ma per superare le differenze giuridiche e amministrative fra i vari territori furono necessari ancora molti anni. L’organizzazione del servizio di pubblica sicurezza, per esempio, iniziò solo dopo la promulgazione della legge del 27 aprile 1865. A Sesto la delegazione di pubblica sicurezza arrivò all’inizio del 1867 in seguito ai disordini dovuti alla consegna degli avvisi di pagamento della tassa di ricchezza mobile
Per determinazione superiore è destinato a codesto comune un ufficiale di P.S. che dovrà immediatamente recarvisi per assumere tutto il servizio di sua competenza
Le proteste dell’anno precedente avevano effettivamente destato molta preoccupazione nelle Istituzioni e nei rappresentanti dell’ordine pubblico tanto che il Prefetto in una lettera al sindaco non nascose i metodi che da lì in avanti sarebbero stati utilizzati:
Il sottoscritto vivamente preoccupato dello stato anormale in cui versa la pubblica sicurezza in codesto comune dovette convincersi che a restituire la tranquillità alla popolazione (…) era duopo ricorrere a mezzi straordinari ed energici di repressione
A dimostrazione dell’impatto che avevano avuto i disordini provocati dall’imposta di ricchezza mobile, nello stesso 1867 fu istituita anche la stazione dei carabinieri di Castello. I ricchi possidenti terrieri, che poi erano anche gli amministratori del Comune, vivevano evidentemente nel costante terrore dei furti nello loro ville e nelle loro proprietà e gli agenti di pubblica sicurezza non tardarono a “schedare” alcuni comunisti (abitanti del comune) sospettati di furto. Gli ‘scarpatori’, autori di furti nelle campagne, denunciati nel primo anno di attività furono sei.
Fino all’insediamento della delegazione di Pubblica Sicurezza il mantenimento dell’ordine pubblico era stato garantito dai tre militari della stazione dei carabinieri e dalle tre compagnie (poi ridotte a due) della Guardia Nazionale. Quest’ultima era composta dai cittadini con età compresa tra i 21 e i 55 anni che pagavano almeno 15 lire di tasse. Si trattava di un Corpo che, negli intendimenti di Bettino Ricasoli, Governatore Generale delle Provincie della Toscana, doveva salvaguardare i prodotti campestri dei contadini e che, secondo il marchese Lorenzo Ginori, avrebbe dovuto tutelare la proprietà privata. Insomma una Guardia a uso e consumo delle classi abbienti e per la quale il Comune spendeva una somma vicina alle 3000 lire, ben più elevata di quella destinata alla Scuola e alla Sanità Pubblica.
Il contributo della Guardia Nazionale al mantenimento dell’ordine pubblico fu però più teorico che pratico tanto che nel Conto morale e finanziario del Comune di Sesto nell’esercizio del 1866 così ci si esprimeva:
non risponde purtroppo qui come per tutto alla sua missione,
e non giustifica i sacrifizi che per essa si fanno
La Guardia Nazionale, che era un corpo militare inquadrato nell’esercito, fu definitivamente sciolta alla fine del 1876, ma a Sesto, già nel 1864, era stata sciolta anche la seconda compagnia e nel 1870 il consiglio Comunale aveva votato all’unanimità per lo scioglimento definitivo.
Rimase invece la delegazione di Pubblica Sicurezza che negli anni ha cambiato sede più volte. Attualmente il commissariato si trova all’interno di villa la Zambra, nota anche come villa Bianchini, ma i sestesi di oggi hanno bene in mente anche la sede precedente, quella inaugurata nel giugno 1982, in via Cavallotti nei locali dell’ex albergo-ristorante Trinci.
Daniele Niccoli