Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
6 luglio 1439 – La bolla papale Laetentur coeli
Nel 1054 papa Leone IX scomunicò il patriarca di Costantinopoli, Michele I Cerulario perché non riconosceva il primato del vescovo di Roma. Fu questo il passo che sancì in maniera formale lo scisma fra la Chiesa Cattolica Occidentale e la Chiesa Ortodossa Orientale che tuttora rimangono separate.
Nel corso dei secoli ci sono stati tentativi di ricomporre la frattura. Fra questi il più importante è quello relativo al Concilio di Basilea che, convocato da papa Martino V nel 1431, fu spostato a Ferrara nel 1438 dal suo successore Eugenio IV.
La delegazione bizantina era costituita da circa settecento persone e comprendeva l’imperatore Giovanni VIII Paleologo e il Patriarca di Costantinopoli Giuseppe II. A causa di un’epidemia di peste, nel 1439 il concilio fu di nuovo trasferito. La scelta della nuova sede cadde su Firenze, in quel momento residenza del Papa che era stato cacciato da Roma in seguito ad una rivolta della potente famiglia Colonna. Alla scelta contribuirono anche la volontà e i soldi di Cosimo de’ Medici che con questa mossa rafforzò il suo prestigio e il suo potere nella città di Firenze.
Il 6 luglio 1439 in Santa Maria del Fiore avvenne la pubblica promulgazione della bolla Laetentur coeli (che i cieli si rallegrino) con la quale si annunciava la completa riunificazione delle due Chiese. Purtroppo questi importanti risultati rimasero tali solo sulla carta. A causa delle rimostranze dei fedeli ortodossi, due terzi dei firmatari, una volta rientrati in Patria, negarono l’accordo e la situazione tornò al punto di partenza.
La cerimonia nella cattedrale fiorentina è rimasta famosa anche per lo spettacolo offerto dagli sfavillanti abiti esibiti dall’imperatore d’oriente e dagli altri dignitari al suo seguito.
et la maniera degli abiti greci pareva assai più grave
et più degna che quella de’ prelati latini (Vespasiano da Bisticci)
La presenza, nella delegazione bizantina, di illustri intellettuali fu propedeutica alla riscoperta della cultura ellenica, agli studi umanistici e alla diffusione della filosofia neoplatonica che caratterizzò il tempo di Cosimo il Vecchio.
Secondo un’improbabile leggenda durante uno dei banchetti in onore dei patriarchi greci fu preparato un piatto a base di maiale che fu particolarmente apprezzato tanto da essere definito aristos, cioè eccellente. Da questo deriverebbe l’odierno nome di arista.
Allo stesso modo il cardinale bizantino Giovanni Bessarione avrebbe definito Xantos (giallo) il vino pretto che gli era stato offerto, ma i commensali pensando che avesse scoperto in esso delle qualità divine, lo battezzarono definitivamente Vin Santo
Daniele Niccoli
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