Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri
Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno
Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.
Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza (Dante, Inferno, canto XXVI)
12 settembre 1125 – Distruzione di Fiesole
Dopo la morte della contessa Matilde nessun margravio di nomina imperiale riuscì a esercitare una vera e duratura autorità sulla Toscana. I Comuni, che vivevano in quel periodo un grande sviluppo economico, gradualmente acquisirono una loro indipendenza, ma iniziarono anche ad avere interessi divergenti sul controllo del territorio e delle direttrici del traffico.
All’inizio del XII secolo Fiesole non era una potenza economica, ma poteva vantare, rispetto a Firenze, una posizione vantaggiosa. Chiunque, in caso di alleanza, avrebbe potuto avvalersene. Per Firenze si trattava di una mina vagante e il conflitto a un certo punto divenne inevitabile. La leggenda narra che lo scontro esplose per un futile motivo: un mercante fiorentino derubato a Fiesole. Vero o falso che fosse l’episodio, la guerra scoppiò.
Fiesole fu assediata, con scarsa fortuna, sia nel 1123 sia nel 1124. Decisivo, per le sorti di Fiesole, probabilmente fu l’appoggio del Marchese Guido Guerra I, figlioccio di Matilde. Dopo la morte di quest’ultimo però gli equilibri cambiarono e così, dopo tre mesi di assedio, il 12 settembre 1125 i fiorentini entrarono nella vecchia città etrusca dimostrandosi così feroci da attirarsi le ire del pontefice.
La città del monte fu completamente distrutta e addirittura fu usata come cava di materiali per la città dominante. Solo la chiesa e la residenza episcopale furono lasciate in piedi. Il vescovo Giovanni fu costretto all’esilio ma Fiesole, tra tante vicissitudini, rimase comunque sede vescovile.
Come ciascuna di voi sa, Fiesole, il cui poggio noi possiamo di quinci vedere, fu già antichissima città e grande, come che oggi tutta disfatta sia, né per ciò è mai cessato che vescovo avuto non abbia, e ha ancora (Giovanni Boccaccio)
Alla conclusione del conflitto gran parte degli abitanti di Fiesole si trasferirono a Firenze. Tra questi anche famiglie che avrebbero rivestito un ruolo importante nella storia di Firenze come i Caponsacchi. In seguito a queste vicende il comune di Firenze adottò temporaneamente una nuova bandiera che avrebbe dovuto rappresentare l’unione fra i due blasoni precedenti: uno scudo per metà rosso (Firenze) e per metà bianco (Fiesole) senza il giglio fiorentino e la luna fiesolana, ma con i colori che erano stati di Ugo Marchese di Toscana.
e acciò che i Fiesiolani venuti in Firenze fussino con più fede e amore una co’ Fiorentini si accomunarono l’armi de’ detti comuni, e fecero allora una arme dimezzata vermiglia e bianca…ma alla detta arme comune levarono il giglio bianco e la luna cilestra
(Giovanni Villani)
DANIELE NICCOLI
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