“Venti chilometri al giorno”: pensieri e riflessioni che accompagnano il cammino (13)

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Venti chilometri al giorno
TuttoSesto

Cammina, cammina
Quante scarpe consumate
Quante strade colorate
Cammina, cammina

Vanno verso nord, disegnano confini
Scendono poi a sud, segnando destini
Rimangono nel cuore quelle strade sotto il sole
Bello è ritornare, ma andare forse è meglio
(I Nomadi)

Itinerario:

            • Superciclabile Firenze Prato
            • Via dei Frilli
            • Via Pier Paolo Pasolini
            • Via delle due case
            • Via de’ Perfetti Ricasoli
            • Via Panciatichi
            • Via Leone Pancaldo
            • Via Vasco de Gama
            • Via dello Steccuto
            • Via delle Panche
            • Via delle Montalve
            • Via di Boldrone
            • Via dell’Osservatorio
            • Via del Palazzaccio
            • Via Reginaldo Giuliani
            • Via della Petraia
            • Via di Castello
            • Via di Bellagio
            • Via Attilio Ragionieri
            • Via Antonio Gramsci
            • Via della Gora
            • Via Donizzetti
            • Via Renato Bruschi
            • Via dei Giunchi

        Itinerario

         

      • Itinerario

    Oggi passeggiata lunga che mi porterà a sconfinare nel comune di Firenze percorrendo per lo più strade che comunque in passato hanno fatto parte della nostra comunità. L’obiettivo è quello di raggiungere alcuni luoghi che potrebbero aver fatto da scenografia a “Le Avventure di Pinocchio”, ma lungo il percorso mi occuperò anche di altro e così oggi potrete, se volete, leggere tre diversi paragrafi. Le foto sono a piede di ciascuno di essi.

La Ciclabile
Il punto d’inizio è fissato, non a caso, presso la superciclabile Firenze-Prato all’altezza di via dei Giunchi. Una infrastruttura su cui aleggiano alcuni dubbi. La fotografo in direzione Prato nel punto in cui nell’agosto scosso si sviluppò un incendio. L’erba e le frasche non sono più secche come allora ma certo nessuno le ha tagliate e infatti invadono ampiamente la pista. La ‘futuristica’ illuminazione non è attiva e non è chiaro chi possa percorrere la pista stessa. Di sicuro vi si trovano persone che camminano (anche con cani, sciolti e al guinzaglio), biciclette, monopattini elettrici e anche qualche scooter.

    • In direzione Firenze la situazione è migliore ma solo perché la natura è meno invasiva. In ogni caso degli arredi previsti dal progetto nemmeno l’ombra tanto che sorge spontaneo il dubbio: ” La superciclabile è ufficialmente aperta?”. Il fatto che il cantiere sia stato tolto ormai mesi fa farebbe pensare a una risposta affermativa, ma i fatti rendono plausibili i dubbi.
    • Comunque sia in via dei Frilli la ciclabile si interrompe  Un cartello indica che andando a sinistra, e percorrendo altri due chilometri, si raggiunge Firenze. Per ritrovare la cicalbile devo risalire quindi fino a via Pier Paolo Pasolini dove la superciclabile diventa semplicemente pista.
    • Il meglio deve ancora venire, dice Ligabue. E infatti noi il meglio lo troviamo quando  sconfiniamo nel Comune di Firenze. In via delle Due case la pista si sdoppia. Poco male, si dirà, succede anche alle migliori autostrade. Intanto però sono scomparsi anche i lampioni gialli e, con essi, la speranza di veder mai in funzione la meravigliosa illuminazione intermittente. In direzione est l’autostrada è delimitata solo da una striscia gialla. In direzione ovest, dall’altra parte della carreggiata, abbiamo invece un bel cordolo. All’incrocio con via dei cipressi l’avventura dei ciclisti pratesi in viaggio per Firenze si interrompe. Lo sostiene il cartello al lato della strada. Saranno arrivati dove volevano? Me lo auguro perché l’altra metà dell’autostrada continua ad essere a senso unico verso ovest. Ad esser sinceri la segnaletica orizzontale indica la possibilità per i ciclisti di proseguire su un percorso che in certi punti non supera i 40 cm di larghezza.
    • Duecento metri più avanti la pista per Firenze miracolosamente riappare. Finalmente arrivo agli ultimi metri dove la superciclabile si strozza a diventar poco più che mulattiera.

Per dirla con Benigni Ciò che sembrava una locomotiva è diventato un nocciolo d’oliva.

Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Super ciclabile Firenze-Prato
Super ciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato - TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato (Il tratto ciclabile direzione Firnze è a destra delle striscia continua bianca che si trova nella parte destra della carreggiata) – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato – TuttoSesto ottobre 2024
Superciclabile Firenze-Prato
Superciclabile Firenze-Prato (Il tratto ciclabile direzione Parto è a destra delle striscia continua bianca che si trova nella parte  destra della carreggiata) – TuttoSesto ottobre 2024- TuttoSesto ottobre 2024

La Bonifica della Piana
La seconda parte del racconto odierno riguarda invece la bonifica della Piana. Strada facendo incontro manufatti che testimoniamo la bontà di un’opera che ha permesso a una parte del nostro territorio di tornare fruibile.
Del mare di Pinocchio possiamo fare anche a meno.
In via dei Frilli supero il canale di cinta orientale e poi, dirigendomi verso est, incrocio i punti in cui la Gora di Quinto e il Termine confluiscono nel canale impedendo alle loro acque di allagare la piana.

La bonifica della Piana è un problema che è stato affrontato a più riprese. Forse addirittura a iniziare dagli etruschi. Certo che l’intervento degli anni ’30 dello scorso secolo fu decisivo ma prima che qualcuno inizi a pensare che “il fascismo ha fatto anche cose buone” sottolineo la notizia riportata da alcuni giornali del 6 luglio 1942:  per i lavori di bonifica è stato precettato un “gruppo di appartenenti alla razza ebraica”. 

In un articolo di Daniele Vergari del Consorzio di Bonifica viene dettagliata anche la realizzazione, presso la fattoria di Maccione all’Osmannoro, di un campo di prigionia che per fortuna non entrò mai in funzione e che fu distrutto dopo il passaggio del fronte.

Canale di cinta orientale
Canale di cinta orientale – TuttoSesto ottobre 2024
Gora di Quinto
Gora di Quinto – TuttoSesto ottobre 2024
Il Termine
Il Termine – TuttoSesto ottobre 2024

Sulle tracce di Pinocchio

Riprendo il racconto da Firenze Nova dopo aver superato il viale XI agosto. Proseguo su via de’Perfetti Ricasoli e poi via Panciatichi fino a superare la zona industriale che fu della Nuova Pignone (già erede della Fonderia del Pignone) e che ora è proprietà dell’americana Baker-Hughes. L’Osservazione da fuori degli stabilimenti mi fa tornare alla mente certe antiche dispute fra il sindaco La Pira e il presidente dell’Eni Enrico Mattei.
Passo davanti al tabernacolo del Lippi che era posto sul vecchio decumano 3, una sorta di Perfetti Ricasoli ante litteram considerate le zone che collegava. Il decumano comprende le attuali via della Madonna del Piano, via della Lastruccia e via di Mollaia. Curiosamente lungo il suo percorso, oltre al tabernacolo suddetto, si trovano l’oratorio della Madonna del Piano e la chiesetta di Santa Maria a Limite.

A questo punto il viaggio prosegue decisamente verso nord est l’obiettivo è la villa dove ha vissuto Enrico Caruso. Era il 1904 e la zona dell’attuale largo Caruso faceva parte del Comune di Sesto Fiorentino. Il celebre tenore si era innamorato di una cantante lirica di Castello, e, per abitare in questa villa, prese la cittadinanza di Sesto che mantenne fino alla morte.

Svolto quindi in via delle Montalve fino a raggiungere villa La Quiete che deve il suo nome al dipinto “La Quiete che pacifica i ventì”  che la granduchessa Cristina di Lorena commissionò a Giovanni da San Giovanni. L’edificio essendo stato a lungo proprietà dei Medici è noto anche come villa medicea di Quarto.

Percorro via di Boldrone (dal nome di un eremita francese che qui fondò il suo romitorio) fino all’incrocio con via dell’Osservatorio dove si può ammirare una tabernacolo a pianta esagonale che una volta ospitava un dipinto del Pontormo.

Da qui scendo fino ad arrivare allo stretto di Castello dove, all’altezza dell’attuale Casa del Popolo, pare che una volta ci fosse la caserma dei carabinieri dove fu rinchiuso Pinocchio.

A questo punto svolto in via della Petraia. Una strada inizialmente molto stretta in cui doveva esserci la bottega di Mastro Ciliegia (detto anche Nappa) dove inizia la favola del burattino di legno. 

Dopo aver ammirato l’imponente facciata di villa Corsini, mi ritrovo davanti a villa il Bel Riposo dove Carlo Lorenzini, ospite del fratello Paolo, direttore della manifattura Ginori, scrisse “Le avventure di Pinocchio”.

Poco più su provo ad immaginare l’abitazione, che non esiste più, della Fata dai Capelli Turchini, ovvero Giovanna Ragionieri mentre distinguo bene villa Petraia che fu residenza di Rosa Vercellana, la bella Rosina che fu sposa morganatica del re  Vittorio Emanuele II.

A questo punto imbocco via di Castello per fermarmi davanti alla villa medicea nota anche come villa Reale. Fu proprietà del ramo popolano dei Medici, quello che discende da Lorenzo il Vecchio. Qui furono alloggiate per un certo periodo opere d’arte come La nascita di Venere e La Primavera di Botticelli.

Dopo aver superato l’impenetrabile istituto buddista di via del Bellagio che ha visto ospiti importanti come Richard Gere e Roberto Baggio, lascio definitivamente Castello senza aver scoperto dove fosse allocato il pozzo nero da 450 mila ettolitri che a fine Ottocento andò a “impreziosire” quella che all’epoca era una frazione di Sesto.

Per l’ultima tappa rientro negli attuali confini del Comune di Sesto. Risalgo via Attilio Ragionieri fino alla villa, anticamente detta “Fonte Nuova” e oggi conosciuta come villa Ragionieri dal cognome di Attilio medico appassionato di botanica che, attraverso ibridazioni e impollinazioni, riuscì ad ottenere una razza di Roselline da lui dette di Firenze. Si tratta di rose con steli alti anche 60 cm a fiori doppi. I risultati delle ricerche nel 1923 valsero ad Attilio Ragionieri la medaglia d’oro all’esposizione internazionale di Gand in Belgio. il 13 maggio dello stesso anno l’Amministrazione Comunale di Sesto Fiorentino lo dichiarò cittadino benemerito.

A questo punto non rimane che il rientro che effettuo percorrendo via della Gora intitolata alla gora di Quinto, torrente che in passato alimentava il mulino delle monache di San Martino nell’attuale via Venni e quello delle monache di San Salvi che si trovava nell’area della caserma Donati.

Un tragitto breve. Giusto per cantarsela con Riccardo Marasco:

Le ragazze di via Gora l’hanno il letto a quattro e tre
quando piscian le piscian di fora e co’i’cculo le fanno ppè ppè!

Oggi quasi 13 chilometri, 23 foto e 15 link per i consueti approfondimenti da non perdere.

Io ho camminato molto voi, se volete, potreste leggere molto.

Alla prossima.

Daniele Niccoli

Villa Gisella ex residenza di Enrico Caruso
Villa Gisella ex residenza di Enrico Caruso – TuttoSesto ottobre 2024
Villa La Quiete
Villa La Quiete – TuttoSesto ottobre 2024
Tabernacolo di Boldrone
Tabernacolo di Boldrone – TuttoSesto ottobre 2024
Casa del popolo di Castello
Casa del popolo di Castello – TuttoSesto ottobre 2024
Via della Petraia
Via della Petraia – TuttoSesto ottobre 2024
Villa Corsini
Villa Corsini – TuttoSesto ottobre 2024
Villa Il Bel Riposo
Villa Il Bel Riposo – TuttoSesto ottobre 2024
Il viottolone di Villa reale a Castello
Il viottolone di Villa reale a Castello – TuttoSesto ottobre 2024
La villa medicea di castello o villa Reale – Tuttosesto ottobre 2024
Istituto buddista- TuttoSesto ottobre 2024
Villa Ragionieri
Villa Ragionieri – TuttoSesto ottobre 2024

 

2 COMMENTI

  1. Bella descrizione che mi ha fatto scoprire molte cose di cui ignoravo l’esistenza. Unico appunto: la via Gora menzionata da Riccardo Marasco, per sua stessa affermazione nella canzone, era in realtà una via di Firenze detta appunto via Gora che fu piombata e che successivamente prese il nome di via Montebello

  2. Grazie per la precisazione su via Montebello (via Gora) e per aver letto l’articol. Ovviamente le strade della canzone di Marasco sono tutte fiorentine con la sola eccezione (credo) della citazione delle ragazze di Settimello.

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