18 aprile 1311 – Epistola di Dante ad Arrigo VII

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Dante Alighieri
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

 

18 aprile 1311 – Epistola di Dante ad Arrigo VII

Nel novembre del 1308, in seguito alla morte dell’Imperatore Alberto I, Arrigo di Lussemburgo fu eletto re di Germania e capo del Sacro Romano Impero. Inizialmente godette dell’appoggio di papa Clemente V che nel frattempo per sottrarsi alle lotte fra Orsini e Colonna, aveva deciso di spostare la Santa Sede in Francia nella città di Carpentras. Con l’intenzione di di garantirsi la protezione di Arrigo VII, il papa promise di incoronarlo Imperatore il giorno della Candelora del 1312 con una cerimonia non si teneva dai tempi di Federico II di Svevia L’Italia dei Comuni inizialmente omaggiò il sovrano che fu incoronato re d’Italia il 6 gennaio 1311 a Milano, ma appena egli intese toccare i diritti sulle proprietà dei Comuni, alcune città del Nord, come Cremona e Brescia si ribellarono ritardando la sua discesa verso Roma e appellandosi a Roberto d’Angiò, paladino di parte guelfa. Lo stesso Clemente V tenne nei suoi confronti un atteggiamento più che ambiguo e, di fatto, ostacolò la restaurazione del potere imperiale in Italia.

La calata di Arrigo sollevò grande entusiasmo in Dante Alighieri che, nonostante la resistenza da parte del papa, vide in lui l’ultima speranza di rientro a Firenze.

ma pria che ‘l Guasco l’alto Arrigo inganni   (Dante Alighieri)

Dante, tra l’autunno del 1310 e la primavera dell’anno successivo inviò all’imperatore ben tre lettere. In quella del 18 aprile 1311 addirittura lo esortò a scendere in Toscana per colpire il principale nemico, quella Firenze che, come pecora appestata, contaminava il gregge:

Hec est vipera in viscera genitricis; hec est languida
pecus gregem domini sui sua contagione commaculans   (Dante Alighieri)

Arrigo VII scese a sud solo nel 1312, ma scansò Firenze per dirigersi a Roma. Riuscì a farsi incoronare imperatore il 29 giugno 1312, non dal Papa, rimasto in Francia, ma da tre cardinali ghibellini.

Sulla strada del ritorno decise di occuparsi di Firenze. Pose il suo accampamento nella zona di San Salvi (via campo d’Arrigo è ancora lì a ricordarcelo), ma non riuscì a cingere d’assedio la città che aveva ricevuto rinforzi da Siena, Bologna e Lucca.

L’imperatore decise allora di rientrare a Pisa per preparare la campagna militare contro Roberto d’Angiò, ma riuscì a malapena a iniziarla perché morì di malaria a Buonconvento il 24 agosto 1313.

Daniele Niccoli
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