28 settembre 1856 – Il Palio di Siena in piazza Barbano

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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

28 settembre 1856 – Il Palio di Siena in piazza Barbano

Le terribili condizioni di indigenza in cui si trovavano le classi più povere provocarono, nel 1833 un’epidemia di colera che provocò la morte di un migliaio di persone. La situazione provocò sconcerto fra i cittadini più agiati che pensarono di risolverla con un metodo poco ortodosso: aumentare gli affitti delle case per costringere i poveri a lasciare il centro di Firenze.

Si arrivò così alla decisione di realizzare un nuovo quartiere nell’area dei cosiddetti orti di Barbano. La progettazione fu affidata a Francesco Leoni, ma, quando questi perse il sostegno politico di Luigi Cambray Digny, morto improvvisamente, il progetto passo nelle mani di Flaminio Chiesi che lo realizzò.

Elemento centrale del nuovo quartiere fu la piazza denominata Maria Antonia, in onore alla seconda moglie del granduca Leopoldo II di Lorena, anche se i fiorentini l’hanno sempre individuata come piazza Barbano. Proprio qui, il 27 aprile 1859 ebbe origine la pacifica insurrezione che portò alla cacciata del Granduca e dette avvio al processo di annessione della Toscana al regno di Sardegna. Per questo motivo nel 1870 la piazza fu rinominata come piazza Indipendenza.

Tutto ciò però doveva ancora avvenire quando il 28 settembre 1856 un impresario di spettacoli fiorentino organizzò proprio in piazza Barbano un Palio cui parteciparono le Contrade di Siena ma, pare, nessun senese. Problemi di campanile che si ripresentarono nel 1898, anno in cui fu ripristinato il Calcio in Costume. Il Comune di Firenze chiese che le comparse delle Contrade di Siena partecipassero alla cerimonia, ma la risposta fu un no secco e motivato

tale scopo non è nel carattere delle costituzioni delle contrade medesime che perdono ogni loro prestigio lungi da Piazza del Campo

I fiorentini se ne fecero rapidamente una ragione tanto erano convinti dell’inutile megalomania dei senesi ben descritta da Dante nel XXIX canto dell’inferno:

E io dissi al poeta: «Or fu già mai
gente sì vana come la sanese?
Certo non la francesca sì d’assai! (Dante Alighieri)

Tornando al Palio del 1856, le cronache riportano la vittoria della Contrada della Chiocciola con il fantino Antonio Vignali detto Bello o anche Fiorentino forse proprio perché vinse quel Palio o forse perché originario di Poggibonsi, terra in cui, secondo i senesi puri, i cittadini sarebbero affetti dal “difetto lessicale di parlare fiorentino”.

Daniele Niccoli

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