30 dicembre 1230 – Il miracolo eucaristico

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Via de Macci
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

30 dicembre 1230 – Il miracolo eucaristico

Nel 393 in seguito alle lotte di potere fra l’Imperatore Teodosio e l’usurpatore Flavio Eugenio, il vescovo di Milano, Ambrogio, fu costretto a lasciare la città e ritirarsi prima a Bologna e poi a Firenze. Nella zona in cui fu ospitato, all’epoca al di fuori delle mura, in suo onore fu edificata una Chiesa dove, quasi mille anni dopo, esattamente il 30 dicembre 1230, avvenne un miracolo.

Il parroco Uguccione trovò alcune gocce di sangue nel calice con cui aveva celebrato la Messa il giorno prima. L’episodio precedette di una trentina di anni quello, simile, di Bolsena a seguito del quale fu istituita la festa del Corpus Domini.

Intorno al 1525 Firenze decise di ricordare la visita del patrono di Milano con un tabernacolo posto all’angolo tra borgo La Croce e via de’Macci. La statua del santo, immortalato mentre benedice, fu realizzata da Giovanni della Robbia su incarico di una delle più importanti e antiche Potenze festeggianti, quella della Città Rossa.

Le Potenze Festeggianti erano comunità di persone che si occupavano delle feste rionali. Secondo alcuni sarebbero nate durante la dittatura del Duca d’Atene ma Giovanni Villani ricorda la nascita di una Compagnia dell’Amore, forse progenitrice delle Potenze, già nel 1283.

Vissero il loro massimo splendore ai tempi di Cosimo I e di Francesco I che le sovvenzionarono ampiamente. La loro caratteristica principale era quella di assumere nomi curiosi e di eleggere i sopraintendenti ai festeggiamenti con titoli altisonanti. Si ha così notizia del Duca dello Scodellino, del Gran Monarca della Città Rossa, del Signore del Concio, dell’Imperatore Pagliocolo e così via.

Nacquero come associazioni laiche, ma subirono l’influenza della Chiesa e così si occuparono anche di ricorrenze religiose, di beneficenza e di pellegrinaggi. Svolsero anche opera di mecenatismo facendo realizzare tabernacoli all’interno dei loro rioni. Uno dei più famosi è quello delle Fonticine (via Nazionale) realizzato dalla bottega di Giovanni della Robbia per il Re di Beliemme.

I festeggiamenti delle Potenze venivano organizzati in giorni ben precisi come il Martedì Grasso, San Giovanni oppure in occasione di particolari episodi della vita politica e mondana della città come le nozze dei Principi. Le feste rappresentavano occasioni per sfilate in divisa e spettacoli di sbandieratori, ma anche per lo scontro fisico con i rappresentanti degli altri rioni. All’inizio ci si limitava all’uso di armi finte ma poi si passò alle vie di fatto con ricorrenti e sanguinose sassaiole.

In occasione del matrimonio di Eleonora de’ Medici con Vincenzo Gonzaga la sassaiola sponsorizzata dallo stesso granduca Francesco I, determinò feriti e morti. Con l’aumentare della rivalità la situazione divenne insostenibile e così nel 1629, durante il granducato di Ferdinando II, le Potenze furono abolite.

DANIELE NICCOLI

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