20 novembre 1299 – Inizia la costruzione dell’ultima cinta muraria

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Arnolfo di Cambio
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Firenze 365, la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro omonimo edito da apice Libri 

Fatti e aneddoti legati alla storia della città di Firenze raccontati giorno per giorno

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti
me per seguir virtute e canoscenza   (Dante, Inferno, canto XXVI)

20 novembre 1299 – Inizia la costruzione dell’ultima cinta muraria

 

Alla fine del XIII secolo Firenze era una delle città economicamente più importanti d‘Italia e d’Europa. La dimostrazione è la repentina crescita demografica che portò Firenze ad avere in quegli anni circa 100 mila abitanti. Per proteggere adeguatamente anche i nuovi cittadini si rese necessario l’allargamento delle mura difensive. L’incarico fu affidato ad Arnolfo di Cambio, ma al progetto contribuirono anche Giotto e Andrea  Pisano. La prima pietra fu posta il 20 novembre 1299, ma il completamento definitivo si ebbe solo nel 1333. La nuova cinta era alta sei metri e lunga otto chilometri e mezzo. Sulla sommità si sviluppava il cammino protetto per la ronda dei soldati.

Dodici erano le porte che regolavano l’accesso alla città e ben sessantatré le torri difensive. Nella zona nord le difese erano completate da un fossato ottenuto grazie alla deviazione del Mugnone.

L’apertura e la chiusura delle porte avveniva in maniera tassativa a orari prestabiliti. Secondo la credenza popolare i ritardatari, per avvertire i soldati di guardia del loro sopraggiungere erano soliti lanciare sassi contro il grande portone. Da allora, per indicare qualcosa che avviene di lì a poco, i fiorentini usano dire : Essere alle porte co’ i sassi.

Nel periodo rinascimentale l’utilizzo di nuove armi da fuoco determinò l’esigenza di rinnovare il sistema difensivo. La prima misura adottata fu la realizzazione della Fortezza di San Giovanni Battista, più nota come Fortezza da Basso. Fu voluta dal duca Alessandro de’ Medici e realizzata in soli cinque mesi. La sua forma, gigantesca, rappresentava anche un mezzo per ribadire la potenza della casata regnate appena rientrata dal secondo esilio.

Cosimo I avviò, invece la costruzione dei bastioni in corrispondenza dei punti più critici: il Baluardo della Serpe che proteggeva la riva destra dell’Arno a ovest; quello di San Gallo che cingeva l’omonima porta, il Baluardo a’ Tre Canti, che era situato nella zona dell’attuale via Mazzini e il Baluardo di Mongibello che proteggeva l’Arno a est. Di questi bastioni non è rimasta traccia perché furono completamente smantellati, insieme al resto delle mura, nell’epoca di Firenze Capitale.

Nel 1590 il granduca Ferdinando I affidò a Bernardo Buontalenti la costruzione, sulla collina di Boboli, del Forte di Belvedere. Nato con la precisa funzione di migliorare la difesa della città, per fortuna non ha mai avuto modo di mettere alla prova la sua efficienza. In tanti anni, infatti, l’unico colpo di cannone che è stato sparato dai suoi bastioni è stato quello del Vòtapentole, un vecchio calibro 87 modello 1890 che per una quarantina d’anni nel secolo scorso con un colpo a salve indicava ai fiorentini il mezzogiorno e, con questo, l’ora di mettersi a tavola.

DANIELE NICCOLI

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